Capita frequentemente negli stati europei che le persone immigrate chiedano ai giudici di applicare le norme di diritto internazionale privato per risolvere le loro controversie nell’ambito del diritto di famiglia sulla base del diritto del loro stato d’origine o per riconoscere effetti agli atti prodotti sulla base di tale diritto. Nella misura in cui questo diritto corrisponde al diritto religioso, o è largamente influenzato da questo, gli stati europei possono conoscere diritto proprio di tradizioni giuridiche diverse ma si pone il problema di valutarne la compatibilità con i diritti umani. In tale ambito, l’articolo considera, in chiave comparata i casi di Francia e Belgio, dove la giurisprudenza, diversamente da quanto avveniva in un recente passato, nega in modo sistematico il riconoscimento di atti di ripudio per il contrasto di essi con i diritti fondamentali, quali tutelati in Europa. Tuttavia, l’invocazione di un ordine pubblico europeo a tutela dei diritti fondamentali sembra piuttosto strumentale e appare celare l’intento di proteggere in tal modo il monismo giuridico del paese ricettore e di promuovere altresì un preciso ideale etico di società civile.
Because of immigration, European Countries have been experiencing a growing number of cases in which individuals claim, under private international law, to have a series of family and personal matters regulated by the law of their Country of origin. In so far as this law corresponds to (or it is largely influenced by) traditional Islamic law, European legal systems may recognize law of different legal traditions but they face the problem of verifying its compatibility with fundamental rights standards. Within this framework, the article focuses on the France and Belgian legal systems, where, in an increasing number of cases, traditional Islamic law instruments are not given legal effect because of their incompatibility with fundamental rights, especially non discrimination against women. However, the author argues that, despite the declared purpose of protecting fundamental rights, this rather occurs with the main intention of protecting the national legal order from foreign law and promoting a precise ethical ideal of society.
Pluralismo giuridico e diritti fondamentali: il riconoscimento di atti di ripudio islamico in alcuni ordinamenti europei / Strazzari, Davide. - In: REVISTA GENERAL DE DERECHO PÚBLICO COMPARADO. - ISSN 1988-5091. - 2015, 17:(2015).
Pluralismo giuridico e diritti fondamentali: il riconoscimento di atti di ripudio islamico in alcuni ordinamenti europei
Strazzari, Davide
2015-01-01
Abstract
Capita frequentemente negli stati europei che le persone immigrate chiedano ai giudici di applicare le norme di diritto internazionale privato per risolvere le loro controversie nell’ambito del diritto di famiglia sulla base del diritto del loro stato d’origine o per riconoscere effetti agli atti prodotti sulla base di tale diritto. Nella misura in cui questo diritto corrisponde al diritto religioso, o è largamente influenzato da questo, gli stati europei possono conoscere diritto proprio di tradizioni giuridiche diverse ma si pone il problema di valutarne la compatibilità con i diritti umani. In tale ambito, l’articolo considera, in chiave comparata i casi di Francia e Belgio, dove la giurisprudenza, diversamente da quanto avveniva in un recente passato, nega in modo sistematico il riconoscimento di atti di ripudio per il contrasto di essi con i diritti fondamentali, quali tutelati in Europa. Tuttavia, l’invocazione di un ordine pubblico europeo a tutela dei diritti fondamentali sembra piuttosto strumentale e appare celare l’intento di proteggere in tal modo il monismo giuridico del paese ricettore e di promuovere altresì un preciso ideale etico di società civile.File | Dimensione | Formato | |
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