Le attività turistiche non si sviluppano in un vuoto pneumatico, né il turismo in quanto tale può essere considerato un comparto stagno, slegato dalle vicende che di tempo in tempo caratterizzano la società in cui si colloca. Proprio per questo, di fronte al presentarsi di eventi problematici e al manifestarsi di diverse tipologie di fluttuazioni di segno negativo evidenzia la propria vulnerabilità. In alcuni recenti studi è stato messo efficacemente in rilievo come le fluttuazioni economiche e finanziarie e le varie manifestazioni di instabilità abbiano un immediato riflesso sulle attività turistiche, posto che tendenzialmente il consumatore, di fronte a una crisi, è portato a privilegiare le spese ritenute improcrastinabili, riducendo per contro quelle considerate superflue e quindi anche quelle connesse all’organizzazione del tempo libero. Le instabilità politiche e militari e quindi gli eventi bellici, ma accanto ad essi anche il proporsi di episodi di terrorismo, generatori di un clima di insicurezza, hanno dimostrato di saper sconvolgere i flussi turistici. Prendendo in considerazione i vari elementi di perturbazione che si sono dimostrati capaci di provocare il rallentamento, o anche la completa paralisi delle attività turistiche, rendendone evidente la vulnerabilità, emerge come le guerre costituiscano uno dei fattori più rilevanti. Il saggio esamina l’incidenza negativa della prima guerra mondiale sul turismo di un’area – quella costituita dalle regioni alpine appartenenti alla Monarchia asburgica - che aveva intrapreso sullo scorcio del XIX secolo e all’inizio del secolo successivo un tragitto estremamente interessante e promettente. Attraverso l'analisi dei dati raccolti dalla k.k. Statistische Zentralkommission di Vienna si è comparato l’andamento dei flussi turistici degli anni immediatamente precedenti al primo conflitto mondiale con quelli del periodo bellico, rilevando l'effetto devastante prodotto sul turismo dal conflitto, in particolare per le destinazioni collocate lungo il fronte. Gli effetti nefasti della guerra sul turismo delle aree alpine si protrassero oltre la durata del conflitto, in quanto, dati gli scombussolamenti che stavano caratterizzando la società del centro Europa, vennero completamente sconvolti i rapporti con la tradizionale clientela abituata a frequentare le destinazioni alpine ormai ex asburgiche. Emerge dunque come il rilancio del turismo rese necessaria la ricerca di nuove strade da percorrere con modalità innovative, capaci di tenere conto tanto delle fratture, quanto dei nuovi equilibri generati dalla guerra. Nel periodo postbellico dovette pertanto essere sfruttata anche l’onda emotiva suscitata nella potenziale clientela italiana dal desiderio di visitare i luoghi di “culto” dove la guerra era stata combattuta e dove erano custodite le spoglie di chi a causa di essa era caduto, valorizzando a fini turistici anche le infrastrutture di comunicazione appositamente realizzate per funzioni militari.
La prima guerra mondiale e la vulnerabilità del fenomeno turistico / Leonardi, Andrea. - STAMPA. - (2014), pp. 57-98.
La prima guerra mondiale e la vulnerabilità del fenomeno turistico
Leonardi, Andrea
2014-01-01
Abstract
Le attività turistiche non si sviluppano in un vuoto pneumatico, né il turismo in quanto tale può essere considerato un comparto stagno, slegato dalle vicende che di tempo in tempo caratterizzano la società in cui si colloca. Proprio per questo, di fronte al presentarsi di eventi problematici e al manifestarsi di diverse tipologie di fluttuazioni di segno negativo evidenzia la propria vulnerabilità. In alcuni recenti studi è stato messo efficacemente in rilievo come le fluttuazioni economiche e finanziarie e le varie manifestazioni di instabilità abbiano un immediato riflesso sulle attività turistiche, posto che tendenzialmente il consumatore, di fronte a una crisi, è portato a privilegiare le spese ritenute improcrastinabili, riducendo per contro quelle considerate superflue e quindi anche quelle connesse all’organizzazione del tempo libero. Le instabilità politiche e militari e quindi gli eventi bellici, ma accanto ad essi anche il proporsi di episodi di terrorismo, generatori di un clima di insicurezza, hanno dimostrato di saper sconvolgere i flussi turistici. Prendendo in considerazione i vari elementi di perturbazione che si sono dimostrati capaci di provocare il rallentamento, o anche la completa paralisi delle attività turistiche, rendendone evidente la vulnerabilità, emerge come le guerre costituiscano uno dei fattori più rilevanti. Il saggio esamina l’incidenza negativa della prima guerra mondiale sul turismo di un’area – quella costituita dalle regioni alpine appartenenti alla Monarchia asburgica - che aveva intrapreso sullo scorcio del XIX secolo e all’inizio del secolo successivo un tragitto estremamente interessante e promettente. Attraverso l'analisi dei dati raccolti dalla k.k. Statistische Zentralkommission di Vienna si è comparato l’andamento dei flussi turistici degli anni immediatamente precedenti al primo conflitto mondiale con quelli del periodo bellico, rilevando l'effetto devastante prodotto sul turismo dal conflitto, in particolare per le destinazioni collocate lungo il fronte. Gli effetti nefasti della guerra sul turismo delle aree alpine si protrassero oltre la durata del conflitto, in quanto, dati gli scombussolamenti che stavano caratterizzando la società del centro Europa, vennero completamente sconvolti i rapporti con la tradizionale clientela abituata a frequentare le destinazioni alpine ormai ex asburgiche. Emerge dunque come il rilancio del turismo rese necessaria la ricerca di nuove strade da percorrere con modalità innovative, capaci di tenere conto tanto delle fratture, quanto dei nuovi equilibri generati dalla guerra. Nel periodo postbellico dovette pertanto essere sfruttata anche l’onda emotiva suscitata nella potenziale clientela italiana dal desiderio di visitare i luoghi di “culto” dove la guerra era stata combattuta e dove erano custodite le spoglie di chi a causa di essa era caduto, valorizzando a fini turistici anche le infrastrutture di comunicazione appositamente realizzate per funzioni militari.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
AbstractLeonardi.doc
Solo gestori archivio
Tipologia:
Abstract
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
25.5 kB
Formato
Microsoft Word
|
25.5 kB | Microsoft Word | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione