Un’analisi statistica del nesso tra migrazione e criminalità non dovrebbe ergersi né a difesa né ad accusa degli stranieri, ma studiare con cautela i dati, interpretandoli in modo equilibrato, con la consapevolezza dei limiti di cui le statistiche criminali soffrono e del fatto che la criminologia ha insegnato che non esistono “delinquenti nati”. Questa cautela in Italia non è diffusa. Ci si divide, politici (più comprensibile) e ricercatori (meno), tra innocentisti e colpevolisti. Come spesso accade, si spacca il capello con posizioni molto ideologiche e poco scientifiche. L’anno trascorso ha visto il culmine del dibattito su “più immigrazione = più criminalità” con i dati che vengono piegati a dire tutto e il contrario di tutto. Tra mille voci si rischia di uscirne confusi. Questo capitolo quindi – dopo una consueta sezione sulla situazione recente in Italia – prova a stabilire dei punti fermi di chiarimento. Ci si chiede se alcune affermazioni di politici e studiosi siano fondate scientificamente, se siano vere o false. L’auspicio è che finalmente si convenga che la questione “immigrazione e criminalità”, dagli anni Novanta a oggi, è ormai abbastanza chiara e che, dopo due decenni, bisognerebbe occuparsene soprattutto per aiutare i politici a individuare soluzioni. Comunque sia, non servono solo l’analisi e il commento dei dati per imparare. Ci sono anche tante occasioni di riflessione da non sprecare. L’ultima sezione ne propone tre, occorse nel 2010.
Criminalità e devianza degli immigrati
Di Nicola, Andrea
2011-01-01
Abstract
Un’analisi statistica del nesso tra migrazione e criminalità non dovrebbe ergersi né a difesa né ad accusa degli stranieri, ma studiare con cautela i dati, interpretandoli in modo equilibrato, con la consapevolezza dei limiti di cui le statistiche criminali soffrono e del fatto che la criminologia ha insegnato che non esistono “delinquenti nati”. Questa cautela in Italia non è diffusa. Ci si divide, politici (più comprensibile) e ricercatori (meno), tra innocentisti e colpevolisti. Come spesso accade, si spacca il capello con posizioni molto ideologiche e poco scientifiche. L’anno trascorso ha visto il culmine del dibattito su “più immigrazione = più criminalità” con i dati che vengono piegati a dire tutto e il contrario di tutto. Tra mille voci si rischia di uscirne confusi. Questo capitolo quindi – dopo una consueta sezione sulla situazione recente in Italia – prova a stabilire dei punti fermi di chiarimento. Ci si chiede se alcune affermazioni di politici e studiosi siano fondate scientificamente, se siano vere o false. L’auspicio è che finalmente si convenga che la questione “immigrazione e criminalità”, dagli anni Novanta a oggi, è ormai abbastanza chiara e che, dopo due decenni, bisognerebbe occuparsene soprattutto per aiutare i politici a individuare soluzioni. Comunque sia, non servono solo l’analisi e il commento dei dati per imparare. Ci sono anche tante occasioni di riflessione da non sprecare. L’ultima sezione ne propone tre, occorse nel 2010.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione