Il dibattito storico più recente sull’opinione pubblica mette ormai in discussione la sua nascita nel Settecento, secondo quanto stabilito da Jürgen Habermas nel 1961. Tuttavia, nonostante alcuni studi abbiano cominciato a occuparsi delle forme concrete che essa ha potuto assumere anche in epoche precedenti, rimane la sensazione che per molti storici alcuni aspetti della propaganda politica (quelli meno ufficiali, dal basso, corrispondenti a quanto oggi la sociologia definirebbe “radical media” o “alternative media”) siano associati soprattutto all’età contemporanea, e che il loro utilizzo in epoca precedente sia da vedere soprattutto come un’eccezione, concentrata in alcuni luoghi o periodi a partire dal Cinquecento. Concentrandosi sul caso di Firenze il saggio mostra invece come forme non ufficiali di propaganda politica “di opposizione“, in fondo molto simili a quelle contemporanee, non solo siano presenti - in situazioni diverse da quelle note - già a partire dal Quattrocento (e perfino dal Trecento), ma siano anche indagabili più precisamente dagli storici purché questi siano disposti a ricercarle e censirle in un’ampia gamma di documenti, che vanno dalle cronache cittadine, alle lettere, alle fonti giudiziarie. Un regime repubblicano, come quello di Firenze fino all’istituzione del ducato nel 1532, è particolarmente adatto all’emergere di tali forme di propaganda, sia per la lunga tradizione di partecipazione alla vita e alla discussione pubblica di un ceto politico piuttosto ampio, sia perché – specie sul finire del periodo della Repubblica - la tensione fra le opposte fazioni, o il tentativo di contrastare l’avvento di un regime pienamente signorile, rendono il ricorso a simili strumenti di comunicazione particolarmente frequente e incisivo

Volantini, manifesti, canzoni, scritte sui muri: alle origini della propaganda politica nell'età moderna

Ciappelli, Giovanni
2012-01-01

Abstract

Il dibattito storico più recente sull’opinione pubblica mette ormai in discussione la sua nascita nel Settecento, secondo quanto stabilito da Jürgen Habermas nel 1961. Tuttavia, nonostante alcuni studi abbiano cominciato a occuparsi delle forme concrete che essa ha potuto assumere anche in epoche precedenti, rimane la sensazione che per molti storici alcuni aspetti della propaganda politica (quelli meno ufficiali, dal basso, corrispondenti a quanto oggi la sociologia definirebbe “radical media” o “alternative media”) siano associati soprattutto all’età contemporanea, e che il loro utilizzo in epoca precedente sia da vedere soprattutto come un’eccezione, concentrata in alcuni luoghi o periodi a partire dal Cinquecento. Concentrandosi sul caso di Firenze il saggio mostra invece come forme non ufficiali di propaganda politica “di opposizione“, in fondo molto simili a quelle contemporanee, non solo siano presenti - in situazioni diverse da quelle note - già a partire dal Quattrocento (e perfino dal Trecento), ma siano anche indagabili più precisamente dagli storici purché questi siano disposti a ricercarle e censirle in un’ampia gamma di documenti, che vanno dalle cronache cittadine, alle lettere, alle fonti giudiziarie. Un regime repubblicano, come quello di Firenze fino all’istituzione del ducato nel 1532, è particolarmente adatto all’emergere di tali forme di propaganda, sia per la lunga tradizione di partecipazione alla vita e alla discussione pubblica di un ceto politico piuttosto ampio, sia perché – specie sul finire del periodo della Repubblica - la tensione fra le opposte fazioni, o il tentativo di contrastare l’avvento di un regime pienamente signorile, rendono il ricorso a simili strumenti di comunicazione particolarmente frequente e incisivo
2012
La comunicazione nella politica dal Medioevo al Novecento
Roma
Edizioni di Storia e Letteratura
9788863724196
Ciappelli, Giovanni
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