Gli inventari medievali di libri come riflesso degli interessi di lettura:scandagli sparsi, in Scrivere e leggere nell’Alto Medioevo. Atti della LIX Settimana di Studio CISAM (Spoleto, 28 aprile-4 maggio 2011), Spoleto, CISAM 2012. ISBN 9788879885720. L’approfondita disamina di un’articolata campionatura di fonti inventariali librarie consente di individuare in esse una forte componente di carattere culturale-intellettuale che si affianca e spesso prevale sulla dimensione pragmatica-amministrativa solitamente individuata quale prevalente nel documento inventariale. La selezione coinvolge una sfaccettata tipologia di testimonianze, prendendo in considerazione sia quelle che fotografano raccolte istituzionali riconducibili a strutture religiose (indubbiamente le più numerose dato che i secoli dell’Alto Medioevo sono al centro dell’analisi), sia quelle relative a private librarie: così il testamento di Everardo del Friuli ( 863-4) mostra come egli lascia a ciascuno dei figli (femmine comprese) esemplari di scritti che meglio corrispondono ai personali interessi e al ruolo svolto nella vita politica/ sociale e religiosa del momento. In analoga prospettiva, le liste inventariali che registrano la serie dei volumi commissionati o acquisiti da singoli abati o da solerti bibliotecari di fondazioni celebri quali Pomposa o la Reichenau attestano come i nuovi esemplari rispondano a specifiche esigenze liturgiche spirituali o didattiche della comunità tutta; dati soprattutto intriganti vengono dalla fonte di S. Gallo datata al sec. IX: in essa spicca evidente l’inserzione delle recenti acquisizioni, la cui registrazione si deve a mano altra da quella che ha redatto la fonte ma, dettaglio più rilevante, la maggior parte dei nuovi manufatti è veicolo degli autori e degli scritti che Notker Balbulus, magister nella scuola interna al monastero, consiglia al discepolo Salomone nel trattato-epistola Notatio de illustribus viris, vero vademecum bibliografico degli scritti necessari alla formazione spirituale-religiosa. Alla palese matrice culturale-intellettuale riflessa dalle tipologie inventariali appena ricordate va aggiunta la testimonianza che viene dagli elenchi di prestiti o di desiderata librari, inequivoco indice di esigenze / interessi di lettura, non indotto da mere necessità pragmatiche / amministrative. Il confronto di sincroni inventari librari riconducibili a fondazioni appartenenti al medesimo Ordine accanto a indubbie consonanze lascia emergere altrettanto indubbi scarti: così le fonti, se non celano una valenza di carattere patrimoniale/amministrativo, ribadiscono soprattutto la loro dimensione di memoria storica, di strumento culturale e identitario.

Gli inventari medievali di libri come riflesso degli interessi di lettura: scandagli sparsi

Frioli, Donatella
2012-01-01

Abstract

Gli inventari medievali di libri come riflesso degli interessi di lettura:scandagli sparsi, in Scrivere e leggere nell’Alto Medioevo. Atti della LIX Settimana di Studio CISAM (Spoleto, 28 aprile-4 maggio 2011), Spoleto, CISAM 2012. ISBN 9788879885720. L’approfondita disamina di un’articolata campionatura di fonti inventariali librarie consente di individuare in esse una forte componente di carattere culturale-intellettuale che si affianca e spesso prevale sulla dimensione pragmatica-amministrativa solitamente individuata quale prevalente nel documento inventariale. La selezione coinvolge una sfaccettata tipologia di testimonianze, prendendo in considerazione sia quelle che fotografano raccolte istituzionali riconducibili a strutture religiose (indubbiamente le più numerose dato che i secoli dell’Alto Medioevo sono al centro dell’analisi), sia quelle relative a private librarie: così il testamento di Everardo del Friuli ( 863-4) mostra come egli lascia a ciascuno dei figli (femmine comprese) esemplari di scritti che meglio corrispondono ai personali interessi e al ruolo svolto nella vita politica/ sociale e religiosa del momento. In analoga prospettiva, le liste inventariali che registrano la serie dei volumi commissionati o acquisiti da singoli abati o da solerti bibliotecari di fondazioni celebri quali Pomposa o la Reichenau attestano come i nuovi esemplari rispondano a specifiche esigenze liturgiche spirituali o didattiche della comunità tutta; dati soprattutto intriganti vengono dalla fonte di S. Gallo datata al sec. IX: in essa spicca evidente l’inserzione delle recenti acquisizioni, la cui registrazione si deve a mano altra da quella che ha redatto la fonte ma, dettaglio più rilevante, la maggior parte dei nuovi manufatti è veicolo degli autori e degli scritti che Notker Balbulus, magister nella scuola interna al monastero, consiglia al discepolo Salomone nel trattato-epistola Notatio de illustribus viris, vero vademecum bibliografico degli scritti necessari alla formazione spirituale-religiosa. Alla palese matrice culturale-intellettuale riflessa dalle tipologie inventariali appena ricordate va aggiunta la testimonianza che viene dagli elenchi di prestiti o di desiderata librari, inequivoco indice di esigenze / interessi di lettura, non indotto da mere necessità pragmatiche / amministrative. Il confronto di sincroni inventari librari riconducibili a fondazioni appartenenti al medesimo Ordine accanto a indubbie consonanze lascia emergere altrettanto indubbi scarti: così le fonti, se non celano una valenza di carattere patrimoniale/amministrativo, ribadiscono soprattutto la loro dimensione di memoria storica, di strumento culturale e identitario.
2012
Scrivere e leggere nell'Alto Medioevo: atti della LIX Settimana di Studio
AA.VV.
Spoleto
CISAM
9788879885720
Frioli, Donatella
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