Il lavoro monografico costituisce un’ampia riflessione di approfondimento sul tema della responsabilità a titolo di colpa. Assunta a base teorica la ricostruzione bipartita dei “crimina culposa”, sul piano del fatto tipico vengono indagati, in particolare, i rapporti tra le regole cautelari di colpa generica e quelle di colpa specifica (la normativa di riferimento prescelta è quella sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, densa di precetti apparentemente specifici). Ampio spazio è poi dedicato al ruolo dell’agente modello (o dell’“homo eiusdem condicionis et professionis”) ed alla sua (presunta) utilità ai fini dell’individuazione del precetto modale. Nel lavoro, però, si mettono in evidenza le numerose incongruenze che derivano dall’uso di un criterio relativistico già sul piano del fatto tipico, suggerendo pertanto un suo superamento. La seconda parte del lavoro si concentra, invece, sul problema della colpevolezza colposa, ritenendone insufficiente un accertamento solo “in negativo”, in termini cioè di mancata rimproverabilità soggettiva (o di inesigibilità), e proponendo, invece, un recupero in termini positivi della categoria dell’esigibilità del comportamento osservante. Nell’opera viene dedicato ampio spazio alla giurisprudenza, sia per identificarne gli orientamenti attuali sia per verificare la praticabilità dell’opzione teorica proposta ai casi più frequentemente sottoposti al giudizio delle corti.

Principio di colpevolezza, rimproverabilita' soggettiva e colpa specifica

Grotto, Marco
2012-01-01

Abstract

Il lavoro monografico costituisce un’ampia riflessione di approfondimento sul tema della responsabilità a titolo di colpa. Assunta a base teorica la ricostruzione bipartita dei “crimina culposa”, sul piano del fatto tipico vengono indagati, in particolare, i rapporti tra le regole cautelari di colpa generica e quelle di colpa specifica (la normativa di riferimento prescelta è quella sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, densa di precetti apparentemente specifici). Ampio spazio è poi dedicato al ruolo dell’agente modello (o dell’“homo eiusdem condicionis et professionis”) ed alla sua (presunta) utilità ai fini dell’individuazione del precetto modale. Nel lavoro, però, si mettono in evidenza le numerose incongruenze che derivano dall’uso di un criterio relativistico già sul piano del fatto tipico, suggerendo pertanto un suo superamento. La seconda parte del lavoro si concentra, invece, sul problema della colpevolezza colposa, ritenendone insufficiente un accertamento solo “in negativo”, in termini cioè di mancata rimproverabilità soggettiva (o di inesigibilità), e proponendo, invece, un recupero in termini positivi della categoria dell’esigibilità del comportamento osservante. Nell’opera viene dedicato ampio spazio alla giurisprudenza, sia per identificarne gli orientamenti attuali sia per verificare la praticabilità dell’opzione teorica proposta ai casi più frequentemente sottoposti al giudizio delle corti.
2012
Torino
Giappichelli
9788834826133
Grotto, Marco
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