Nel contesto della rapida industrializzazione e dell’urbanizzazione che sempre più toccò le società continentali a inizio Ottocento (mobilità personale, fenomeni di pauperismo e di devianza morale, vagabondaggio), gli Stati europei dovettero confrontarsi con cambiamenti sociali che mettevano in forse gli strumenti tradizionali del «social welfare» assicurato fin lì dalle chiese, dalle strutture assistenziali e corporative di mutuo soccorso. A questo si aggiungevano le conseguenze delle guerre, pesanti nel nostro contesto territoriale in termini umani e finanziari, e il rimescolamento delle strutture politiche e istituzionali, delle stesse gerarchie sociali che l’intermezzo napoleonico aveva lasciato, e che doveva risultare particolarmente avvertito in territori permeati dal potere delle istituzioni ecclesiastiche, dissoltesi bruscamente a cavallo dei due secoli. La risposta a questo genere di problemi creò anche nell’impero asbrugico un incentivo alla formazione di corpi di polizia municipali, a cui si delegarono un’ampia gamma di correttivi a pratiche di vita, giudicate di volta in volta penalmente o moralmente rilevanti: la protezione della proprietà dai furti, ad esempio, così come il mantenimento del decoro urbano, il controllo della prostituzione e delle piccole risse. Il saggio analizza lo specifico ambito degli interventi disciplinari che in ogni città o comune asburgico ricadevano nelle cosiddette “gravi trasgressioni di polizia” e ne studia in particolare gli effetti sulle concezioni della famiglia che si tentava di costruire ideologicamente e radicare socialmente.
Storie di polizia e di famiglie nel Trentino della Restaurazione
Bellabarba, Marco
2011-01-01
Abstract
Nel contesto della rapida industrializzazione e dell’urbanizzazione che sempre più toccò le società continentali a inizio Ottocento (mobilità personale, fenomeni di pauperismo e di devianza morale, vagabondaggio), gli Stati europei dovettero confrontarsi con cambiamenti sociali che mettevano in forse gli strumenti tradizionali del «social welfare» assicurato fin lì dalle chiese, dalle strutture assistenziali e corporative di mutuo soccorso. A questo si aggiungevano le conseguenze delle guerre, pesanti nel nostro contesto territoriale in termini umani e finanziari, e il rimescolamento delle strutture politiche e istituzionali, delle stesse gerarchie sociali che l’intermezzo napoleonico aveva lasciato, e che doveva risultare particolarmente avvertito in territori permeati dal potere delle istituzioni ecclesiastiche, dissoltesi bruscamente a cavallo dei due secoli. La risposta a questo genere di problemi creò anche nell’impero asbrugico un incentivo alla formazione di corpi di polizia municipali, a cui si delegarono un’ampia gamma di correttivi a pratiche di vita, giudicate di volta in volta penalmente o moralmente rilevanti: la protezione della proprietà dai furti, ad esempio, così come il mantenimento del decoro urbano, il controllo della prostituzione e delle piccole risse. Il saggio analizza lo specifico ambito degli interventi disciplinari che in ogni città o comune asburgico ricadevano nelle cosiddette “gravi trasgressioni di polizia” e ne studia in particolare gli effetti sulle concezioni della famiglia che si tentava di costruire ideologicamente e radicare socialmente.File | Dimensione | Formato | |
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