Sonata per pianoforte, penultima composizione di Luciano Berio, è una ‘meta-sonata’ oppure il recupero effettivo – non mediato dalla storia – delle dinamiche interne di questa forma? Il saggio «Sonata e no». Processi formali in ‘Sonata’ di Luciano Berio tenta di rispondere a questo quesito. Da ciò dipende ampiamente la possibilità di definire un ‘tardo stile’ di Berio – prematuramente interrotto –, basato su una rinnovata concezione soggettiva della forma. Concetto centrale della trattazione e dell’analisi è l’individuazione di una connaturata attitudine della forma-sonata storica ad essere, oltre che se stessa, anche «altro da sé». Le due anime si confrontano dialetticamente nelle due parti di cui si compone Sonata: una lineare, l’altra circolare; una consequenziale, l’altra episodica; una sintattica, l’altra paratattica; una basata sulla possibilità di prevedere, l’altra sulla possibilità di riconoscere; una deduttiva, l’altra induttiva. Ma soprattutto, al modello della coesistenza pluralistica, tema centrale tanto del pensiero postmoderno quanto della poetica di Berio, subentra quello del divenire organicistico e finalistico. Una nozione ontologica del tempo lascia il posto a una dimensione psicologica e soggettiva. All’esperienza dissociata, stratificata, frammentata – ossia, in una parola, «straniata» – della realtà subentra il recupero di una dimensione umanistica della forma: invertendo l’assunto dell’«adesione simultanea della coscienza a diverse strutture di tempo» (BERIO, Aspetti di artigianato formale, «Incontri Musicali» 1956, n. 1, p. 69), in Sonata la forma aderisce, nella sua unità organica, alla coscienza del tempo, ossia al divenire come esperienza soggettiva. Varcata la soglia del Ventunesimo secolo, Sonata rappresenta il raggiungimento di un nuovo rapporto fra l’«uno» e il «molteplice».
«Sonata e no»: processi formali in Sonata di Luciano Berio
Uvietta, Marco
2012-01-01
Abstract
Sonata per pianoforte, penultima composizione di Luciano Berio, è una ‘meta-sonata’ oppure il recupero effettivo – non mediato dalla storia – delle dinamiche interne di questa forma? Il saggio «Sonata e no». Processi formali in ‘Sonata’ di Luciano Berio tenta di rispondere a questo quesito. Da ciò dipende ampiamente la possibilità di definire un ‘tardo stile’ di Berio – prematuramente interrotto –, basato su una rinnovata concezione soggettiva della forma. Concetto centrale della trattazione e dell’analisi è l’individuazione di una connaturata attitudine della forma-sonata storica ad essere, oltre che se stessa, anche «altro da sé». Le due anime si confrontano dialetticamente nelle due parti di cui si compone Sonata: una lineare, l’altra circolare; una consequenziale, l’altra episodica; una sintattica, l’altra paratattica; una basata sulla possibilità di prevedere, l’altra sulla possibilità di riconoscere; una deduttiva, l’altra induttiva. Ma soprattutto, al modello della coesistenza pluralistica, tema centrale tanto del pensiero postmoderno quanto della poetica di Berio, subentra quello del divenire organicistico e finalistico. Una nozione ontologica del tempo lascia il posto a una dimensione psicologica e soggettiva. All’esperienza dissociata, stratificata, frammentata – ossia, in una parola, «straniata» – della realtà subentra il recupero di una dimensione umanistica della forma: invertendo l’assunto dell’«adesione simultanea della coscienza a diverse strutture di tempo» (BERIO, Aspetti di artigianato formale, «Incontri Musicali» 1956, n. 1, p. 69), in Sonata la forma aderisce, nella sua unità organica, alla coscienza del tempo, ossia al divenire come esperienza soggettiva. Varcata la soglia del Ventunesimo secolo, Sonata rappresenta il raggiungimento di un nuovo rapporto fra l’«uno» e il «molteplice».File | Dimensione | Formato | |
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