La fondamentale edizione curata da Nino Pirrotta del repertorio polifonico trecentesco italiano (Music of Fourteenth-Century Italy), uscita in cinque volumi tra il 1954 e il 1964 come ottavo numero della collana Corpus Mensurabilis Musicae, resta ancora un valido contributo per la ricerca e per l’esecuzione. Il saggio affronta alcune questioni che riguardano la complessa sostanza ritmica della polifonia trecentesca e che hanno dunque una forte implicazione nelle trascrizioni moderne, in particolare sono discussi esempi che riguardano l’attendibilità dei testimoni, il rapido cambiamento dei sistemi semiografici, l’uso di riferimenti teorico-normativi differenti e in continua evoluzione. Se i codici (e non solo quelli toscani dei primi anni del Quattrocento, ma anche i più antichi) mostrano gravi fraintendimenti ritmici e metrici soprattutto riguardo alle composizioni di maestri come Giovanni e Jacopo, lo stesso è vero per le trascrizioni degli editori moderni, i quali devono districarsi all’interno dei problemi semiologici posti dalla tradizione e devono combattere con la desolante scarsità di testimoni superstiti. La seconda parte del saggio si sofferma sul problema della trascrizione di una delle più tipiche divisiones utilizzate nella musica italiana del Trecento per le ballate monodiche: la divisio duodenaria. Le traduzioni antiche e moderne di questa divisio sono comparate per comprendere come sia importante per il trascrittore moderno soprattutto l’intelligenza del pensiero ritmico originario, unitamente ad una buona conoscenza dei principi normativi dei diversi sistemi e alla profonda familiarità con la tradizione manoscritta. Attraverso alcune esempi musicali paradigmatici è contestualmente proposta la soluzione ad alcuni problemi di equivalenza fra le divisiones e si mostrano le opportune scelte metriche relative ad un repertorio trascurato e dalla trasmissione priva di concordanze, sulla scia del pionieristico lavoro di Pirrotta.
Metro e ritmo nelle trascrizioni di musica italiana del Trecento
Gozzi, Marco
2010-01-01
Abstract
La fondamentale edizione curata da Nino Pirrotta del repertorio polifonico trecentesco italiano (Music of Fourteenth-Century Italy), uscita in cinque volumi tra il 1954 e il 1964 come ottavo numero della collana Corpus Mensurabilis Musicae, resta ancora un valido contributo per la ricerca e per l’esecuzione. Il saggio affronta alcune questioni che riguardano la complessa sostanza ritmica della polifonia trecentesca e che hanno dunque una forte implicazione nelle trascrizioni moderne, in particolare sono discussi esempi che riguardano l’attendibilità dei testimoni, il rapido cambiamento dei sistemi semiografici, l’uso di riferimenti teorico-normativi differenti e in continua evoluzione. Se i codici (e non solo quelli toscani dei primi anni del Quattrocento, ma anche i più antichi) mostrano gravi fraintendimenti ritmici e metrici soprattutto riguardo alle composizioni di maestri come Giovanni e Jacopo, lo stesso è vero per le trascrizioni degli editori moderni, i quali devono districarsi all’interno dei problemi semiologici posti dalla tradizione e devono combattere con la desolante scarsità di testimoni superstiti. La seconda parte del saggio si sofferma sul problema della trascrizione di una delle più tipiche divisiones utilizzate nella musica italiana del Trecento per le ballate monodiche: la divisio duodenaria. Le traduzioni antiche e moderne di questa divisio sono comparate per comprendere come sia importante per il trascrittore moderno soprattutto l’intelligenza del pensiero ritmico originario, unitamente ad una buona conoscenza dei principi normativi dei diversi sistemi e alla profonda familiarità con la tradizione manoscritta. Attraverso alcune esempi musicali paradigmatici è contestualmente proposta la soluzione ad alcuni problemi di equivalenza fra le divisiones e si mostrano le opportune scelte metriche relative ad un repertorio trascurato e dalla trasmissione priva di concordanze, sulla scia del pionieristico lavoro di Pirrotta.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione