Con questa ricerca ho cercato di mettere in evidenza come la storia di Parma in età ottoniana possa essere compresa a pieno solo se rapportata alla forte instabilità politica che caratterizzò il Regno italico per quasi tutto il X secolo. In questo contesto, all’interno di un complesso gioco di costruzione e dissoluzione delle alleanze, i vescovi di Parma riuscirono ad acquisire un ruolo di rilievo grazie ai loro stretti rapporti con i sovrani, favoriti anche dalla posizione strategica della loro città lungo la via che, oltrepassando il passo della Cisa, portava a Lucca e, da qui, a Roma. A partire da queste considerazioni, mi sono soffermato in particolare sul vescovo Uberto e sul suo repentino passaggio dalla costellazione di alleanze che gravitava attorno a Berengario II e a suo figlio Adalberto – dei quali era stato sino al 961 consigliere, cancelliere e arcicancelliere - a quella che faceva riferimento a Ottone I. Ho analizzato tale passaggio alla luce del recente dibattito storiografico sulle “regole del gioco” della politica nel X secolo, dibattito che ha preso il via negli anni Novanta principalmente grazie agli studi di Gerd Althoff , Hagen Keller e Philippe Buc. Da questa prospettiva ho ricostruito la portata, non solo locale, del diploma emesso da Ottone I il 13 marzo del 962, che di fatto esautorava definitivamente i conti di Parma da ogni funzione pubblica sulla città e sul suo immediato circondario a tutto vantaggio della Chiesa episcopale. Si tratta di un diploma assai importante anche per i suoi aspetti formali, che ho richiamato a partire da recenti studi di Oliver Guyotjeannin. Ho analizzato, poi, le dinamiche politiche che caratterizzarono i rapporti tra i vescovi di Parma e gli imperatori ronano-germanici sino all’età di Corrado II. Una parte del saggio, infine, è stata dedicata al ruolo di mediazione politica e culturale con Costantinopoli svolta dall’episcopio parmense, in particolare all’epoca del vescovo Sigefredo I.
Il potere del vescovo: Parma in età ottoniana
Albertoni, Giuseppe
2010-01-01
Abstract
Con questa ricerca ho cercato di mettere in evidenza come la storia di Parma in età ottoniana possa essere compresa a pieno solo se rapportata alla forte instabilità politica che caratterizzò il Regno italico per quasi tutto il X secolo. In questo contesto, all’interno di un complesso gioco di costruzione e dissoluzione delle alleanze, i vescovi di Parma riuscirono ad acquisire un ruolo di rilievo grazie ai loro stretti rapporti con i sovrani, favoriti anche dalla posizione strategica della loro città lungo la via che, oltrepassando il passo della Cisa, portava a Lucca e, da qui, a Roma. A partire da queste considerazioni, mi sono soffermato in particolare sul vescovo Uberto e sul suo repentino passaggio dalla costellazione di alleanze che gravitava attorno a Berengario II e a suo figlio Adalberto – dei quali era stato sino al 961 consigliere, cancelliere e arcicancelliere - a quella che faceva riferimento a Ottone I. Ho analizzato tale passaggio alla luce del recente dibattito storiografico sulle “regole del gioco” della politica nel X secolo, dibattito che ha preso il via negli anni Novanta principalmente grazie agli studi di Gerd Althoff , Hagen Keller e Philippe Buc. Da questa prospettiva ho ricostruito la portata, non solo locale, del diploma emesso da Ottone I il 13 marzo del 962, che di fatto esautorava definitivamente i conti di Parma da ogni funzione pubblica sulla città e sul suo immediato circondario a tutto vantaggio della Chiesa episcopale. Si tratta di un diploma assai importante anche per i suoi aspetti formali, che ho richiamato a partire da recenti studi di Oliver Guyotjeannin. Ho analizzato, poi, le dinamiche politiche che caratterizzarono i rapporti tra i vescovi di Parma e gli imperatori ronano-germanici sino all’età di Corrado II. Una parte del saggio, infine, è stata dedicata al ruolo di mediazione politica e culturale con Costantinopoli svolta dall’episcopio parmense, in particolare all’epoca del vescovo Sigefredo I.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione