Il volume esplora le dinamiche storiche, economiche e giuridiche che favorirono la formazione dei due concetti (e dei connessi sistemi di regole) che interpretano l’esigenza di tutelare la creatività in seno alla tradizione giuridica occidentale: il copyright anglosassone e il droit d’auteur francese, quest’ultimo antesignano dei modelli di diritto d’autore poi sviluppati dai sistemi di civil law continentali, fra cui quello italiano. Nel far ciò l’autore percorre i circa 350 anni trascorsi dall’invenzione della stampa a caratteri mobili al rifluire delle grandi rivoluzioni che chiusero il Secolo dei Lumi, dimostrando come in tutte le esperienze giuridiche considerate l’assetto di tali regole sia sempre stato il prodotto di uno scambio fra quanti, gestendo ed implementando la nuova tecnologia, desideravano sfruttarne il potenziale economico (gli stampatori, i librai, gli editori e solo da ultimo gli autori) e i pubblici decisori (i sovrani e poi le assemblee legislative), che, col riconoscimento di questi interessi, potevano perseguire precise finalità politiche (dalla censura all’intento di incentivare lo sviluppo della conoscenza). In tal senso la storia comparata del diritto d’autore rivela consapevolezze preziose allo studioso della proprietà intellettuale contemporanea, ma anche al cultore della tecnologia digitale e, più in generale, a chi è interessato allo studio dei fondamenti dell’economia della creatività nell’odierna fase di transizione dalla tecnologia della carta a quella digitale.

Alle origini del copyright e del diritto d'autore: tecnologia, interessi e cambiamento giuridico

Izzo, Umberto
2010-01-01

Abstract

Il volume esplora le dinamiche storiche, economiche e giuridiche che favorirono la formazione dei due concetti (e dei connessi sistemi di regole) che interpretano l’esigenza di tutelare la creatività in seno alla tradizione giuridica occidentale: il copyright anglosassone e il droit d’auteur francese, quest’ultimo antesignano dei modelli di diritto d’autore poi sviluppati dai sistemi di civil law continentali, fra cui quello italiano. Nel far ciò l’autore percorre i circa 350 anni trascorsi dall’invenzione della stampa a caratteri mobili al rifluire delle grandi rivoluzioni che chiusero il Secolo dei Lumi, dimostrando come in tutte le esperienze giuridiche considerate l’assetto di tali regole sia sempre stato il prodotto di uno scambio fra quanti, gestendo ed implementando la nuova tecnologia, desideravano sfruttarne il potenziale economico (gli stampatori, i librai, gli editori e solo da ultimo gli autori) e i pubblici decisori (i sovrani e poi le assemblee legislative), che, col riconoscimento di questi interessi, potevano perseguire precise finalità politiche (dalla censura all’intento di incentivare lo sviluppo della conoscenza). In tal senso la storia comparata del diritto d’autore rivela consapevolezze preziose allo studioso della proprietà intellettuale contemporanea, ma anche al cultore della tecnologia digitale e, più in generale, a chi è interessato allo studio dei fondamenti dell’economia della creatività nell’odierna fase di transizione dalla tecnologia della carta a quella digitale.
2010
Roma
Carocci
9788843053148
Izzo, Umberto
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