Il saggio prende in esame i rapporti con l’iconografia del tredicesimo libro degli Epigrammi di Marziale che va sotto il nome di Xenia. Questa raccolta di brevissimi biglietti epigrammatici dalla regolare misura di un distico è tutta dedicata a sintetiche descrizioni o definizioni di cibi, secondo modalità che si rifanno – sia pure in maniera che la brevità rende schematicamente essenziale – alla tradizione dell’epigramma ecfrastico: e in effetti anche la dottrina retorica antica intorno all’ekphrasis appare all’analisi profondamente materiata di termini e concetti che provengono in particolare dalla tradizione della pittura, arte ecfrastica per definizione. Ma la concezione stessa di tale libellus monografico (che inaugura una sorta di sottogenere epigrammatico che Marziale continuerà anche con le descrizioni di oggetti negli Apophoreta, ancor più evidentemente ecfrastiche per la presenza di un’intera piccola serie dedicata alle opere d’arte nella più classica tradizione di questa tipologia epigrammatica) potrebbe essere stata influenzata ancora più da vicino dall’iconografia, se si pensa che all’età di Marziale l’appellativo di xenia era anche il termine con cui si definiva tecnicamente un preciso genere o sottogenere iconografico, quello delle pitture che noi diciamo di natura morta: come dimostra un importante passo di Vitruvio, confermato a sua volta da ben due complesse ekphraseis di quadri di nature morte (appunto, di xenia, come recita il titolo) nelle Imagines di Filostrato Maggiore. Il fatto che l’appellativo ‘xenia’ fosse capace di indicare ed evocare, oltre ai concreti doni ospitali, anche un preciso, compatto e diffusissimo genere pittorico, può dunque avere influito sulla decisione di Marziale (al di là della loro originaria funzione ‘d’occasione’) di riunire in forma di libro questo genere di epigrammi, dando vita a un compatto sottogenere epigrammatico che rappresenta il perfetto equivalente letterario degli xenia iconografici. L’esame della tradizione pittorica della natura morta permette inoltre di rintracciare tutta una serie di parallelismi funzionali e strutturali fra gli xenia letterari e questo genere pittorico.
Xenia e Apophoreta di Marziale fra ekphrasis retorica e tradizione iconografica della ‘natura morta’ / Moretti, Gabriella. - STAMPA. - 128:(2010), pp. 327-372. [10.15168/11572_76387]
Xenia e Apophoreta di Marziale fra ekphrasis retorica e tradizione iconografica della ‘natura morta’
Moretti, Gabriella
2010-01-01
Abstract
Il saggio prende in esame i rapporti con l’iconografia del tredicesimo libro degli Epigrammi di Marziale che va sotto il nome di Xenia. Questa raccolta di brevissimi biglietti epigrammatici dalla regolare misura di un distico è tutta dedicata a sintetiche descrizioni o definizioni di cibi, secondo modalità che si rifanno – sia pure in maniera che la brevità rende schematicamente essenziale – alla tradizione dell’epigramma ecfrastico: e in effetti anche la dottrina retorica antica intorno all’ekphrasis appare all’analisi profondamente materiata di termini e concetti che provengono in particolare dalla tradizione della pittura, arte ecfrastica per definizione. Ma la concezione stessa di tale libellus monografico (che inaugura una sorta di sottogenere epigrammatico che Marziale continuerà anche con le descrizioni di oggetti negli Apophoreta, ancor più evidentemente ecfrastiche per la presenza di un’intera piccola serie dedicata alle opere d’arte nella più classica tradizione di questa tipologia epigrammatica) potrebbe essere stata influenzata ancora più da vicino dall’iconografia, se si pensa che all’età di Marziale l’appellativo di xenia era anche il termine con cui si definiva tecnicamente un preciso genere o sottogenere iconografico, quello delle pitture che noi diciamo di natura morta: come dimostra un importante passo di Vitruvio, confermato a sua volta da ben due complesse ekphraseis di quadri di nature morte (appunto, di xenia, come recita il titolo) nelle Imagines di Filostrato Maggiore. Il fatto che l’appellativo ‘xenia’ fosse capace di indicare ed evocare, oltre ai concreti doni ospitali, anche un preciso, compatto e diffusissimo genere pittorico, può dunque avere influito sulla decisione di Marziale (al di là della loro originaria funzione ‘d’occasione’) di riunire in forma di libro questo genere di epigrammi, dando vita a un compatto sottogenere epigrammatico che rappresenta il perfetto equivalente letterario degli xenia iconografici. L’esame della tradizione pittorica della natura morta permette inoltre di rintracciare tutta una serie di parallelismi funzionali e strutturali fra gli xenia letterari e questo genere pittorico.File | Dimensione | Formato | |
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