Il libro raccoglie pensieri ed esperimenti sul progetto dei nuovi interventi per il recupero dei forti del novecento. Le ipotesi e le scelte che li riguardano, prodotti in diverse occasioni, esigono un approccio che parte dal mondo della composizione, che approfondisce aspetti singolari e spaziali che caratterizzano fortemente la struttura di questi edifici, nei rapporti multi scalari con i paesaggi. Essi propongono un approccio all’esistente basato sul rapporto tra procedure compositive e realtà storiche, sull’uso di figure architettoniche nuove in relazione a paradigmi compositivi antichi e della loro reciproca necessità. Una logica che è lontana dal tema della conservazione intesa come mantenimento di una forma che permane nel tempo, perché ogni progetto, quanto interviene sull’esistente, introduce una trasformazione. Nei progetti qui raccolti, memoria e invenzione sono messi a confronto. I forti diventano principio formale, suggeriscono composizioni minimali, architetture possibili, per fare rivivere questi spazi, contro ogni imbalsamazione. Le descrizioni, che si inseguono e inseguono nuove interpretazioni, ed i progetti che si fanno tenendo conto delle scoperte fatte, l’analisi della tipologia e degli aspetti costruttivi, la ricerca delle strategie di posizionamento e delle regole topografiche d’insediamento, le descrizioni sui forti in futuro per la verifica dell’esattezza di ciò che si è progettato, propongono modi di operare con strumenti formali e i materiali linguistici propri dell’architettura. Queste strutture militari non sono solo frammenti che appartengono al passato. Per le ragioni interne che contengono, strettamente legate alle esigenze per i quali furono costruiti, per le relazioni spaziali e funzionali che propongono in diverse configurazioni, per i nuovi interventi che si aggiungono alla forma e ai materiali antichi, questi forti possono diventare luoghi di una nuova contemporaneità.
Forti: architettura e progetti
Battaino, Claudia
2006-01-01
Abstract
Il libro raccoglie pensieri ed esperimenti sul progetto dei nuovi interventi per il recupero dei forti del novecento. Le ipotesi e le scelte che li riguardano, prodotti in diverse occasioni, esigono un approccio che parte dal mondo della composizione, che approfondisce aspetti singolari e spaziali che caratterizzano fortemente la struttura di questi edifici, nei rapporti multi scalari con i paesaggi. Essi propongono un approccio all’esistente basato sul rapporto tra procedure compositive e realtà storiche, sull’uso di figure architettoniche nuove in relazione a paradigmi compositivi antichi e della loro reciproca necessità. Una logica che è lontana dal tema della conservazione intesa come mantenimento di una forma che permane nel tempo, perché ogni progetto, quanto interviene sull’esistente, introduce una trasformazione. Nei progetti qui raccolti, memoria e invenzione sono messi a confronto. I forti diventano principio formale, suggeriscono composizioni minimali, architetture possibili, per fare rivivere questi spazi, contro ogni imbalsamazione. Le descrizioni, che si inseguono e inseguono nuove interpretazioni, ed i progetti che si fanno tenendo conto delle scoperte fatte, l’analisi della tipologia e degli aspetti costruttivi, la ricerca delle strategie di posizionamento e delle regole topografiche d’insediamento, le descrizioni sui forti in futuro per la verifica dell’esattezza di ciò che si è progettato, propongono modi di operare con strumenti formali e i materiali linguistici propri dell’architettura. Queste strutture militari non sono solo frammenti che appartengono al passato. Per le ragioni interne che contengono, strettamente legate alle esigenze per i quali furono costruiti, per le relazioni spaziali e funzionali che propongono in diverse configurazioni, per i nuovi interventi che si aggiungono alla forma e ai materiali antichi, questi forti possono diventare luoghi di una nuova contemporaneità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione