Sollecitati dal romanzo Rienzi. The Last of the Roman Tribunes (1835) dell’inglese Edward George Bulwer-Lytton, quattro giovani autori tedeschi elaborano in forme teatrali la figura del tribuno Cola di Rienzo (1313-1354) e la sua rivoluzione a Roma durante l’assenza dei Papi, in cattività ad Avignone dal 1304 al 1377, mentre la città è vittima della tirannia della nobiltà. Questi drammi – Cola Rienzi (1837) di Julius Mosen; Cola di Rienzi (1841) di Friedrich Engels; Rienzi, der Letzte der Tribunen (1842) di Richard Wagner; Cola Rienzi (1846) di Carl Gaillard – riportano all’attenzione la libertà e l’uguaglianza come ideali della rivoluzione, la legalità e la giustizia sociale come fondamenti del nuovo ordine sociale in una cornice costituzionale, il pericolo del ritorno della restaurazione e quello della trasformazione del tribuno in tiranno. Rivelando originalità nella costruzione drammatica, nell’elaborazione della concettualità politica e nella scelta metaforica, questi quattro autori tedeschi scrivono un capitolo importante di storia civile europea, attraverso un esempio italiano. Essi contribuiscono così in maniera decisiva alla creazione di una mitologia popolare ancora oggi molto produttiva: Cola di Rienzo, figura eroica della letteratura tedesca, è il visionario propugnatore di una nuova Roma repubblicana, fondata su libertà e giustizia, protagonista carismatico della Rivoluzione, vittima, infine, di meschine rivalità e del conflitto che si sviluppa tra affetti privati e interesse pubblico, dopo la conquista del potere. "Mi paiono notevoli gli spunti di riflessione che l’autore suggerisce sul rapporto tra storiografia e letteratura, ovvero tra la ricostruzione storica e l’elaborazione immaginifica di un accadimento o di un personaggio. […] Osserva giustamente Battafarano: “Se, pertanto, è senza dubbio vero che Engels, Wagner, Mosen e Gaillard con le loro opere drammatiche non offrono nulla che possa servire agli storici odierni del medioevo, è però altrettanto vero che essi dicono molto allo storico che si accinga a studiare la Germania dell’Ottocento” (p. 23), e chiude il capitolo con una notevole sentenza: “La letteratura è la rappresentazione della storia dell’umanità rivisitata continuamente nel mito” (p. 25). Il rapporto tra storia e letteratura si presenta dunque come uno dei temi profondi del libro." Tommaso di Carpegna Falconieri, "il 996: rivista del Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli". Contiene il testo in tedesco di Friedrich Engels: "Cola di Rienzi" (1841)
Cola di Rienzo: mito e rivoluzione nei drammi di Engels, Gaillard, Mosen e Wagner: con la ristampa del testo di Friedrich Engels 'Cola di Rienzi' (1841)
Battafarano, Italo
2006-01-01
Abstract
Sollecitati dal romanzo Rienzi. The Last of the Roman Tribunes (1835) dell’inglese Edward George Bulwer-Lytton, quattro giovani autori tedeschi elaborano in forme teatrali la figura del tribuno Cola di Rienzo (1313-1354) e la sua rivoluzione a Roma durante l’assenza dei Papi, in cattività ad Avignone dal 1304 al 1377, mentre la città è vittima della tirannia della nobiltà. Questi drammi – Cola Rienzi (1837) di Julius Mosen; Cola di Rienzi (1841) di Friedrich Engels; Rienzi, der Letzte der Tribunen (1842) di Richard Wagner; Cola Rienzi (1846) di Carl Gaillard – riportano all’attenzione la libertà e l’uguaglianza come ideali della rivoluzione, la legalità e la giustizia sociale come fondamenti del nuovo ordine sociale in una cornice costituzionale, il pericolo del ritorno della restaurazione e quello della trasformazione del tribuno in tiranno. Rivelando originalità nella costruzione drammatica, nell’elaborazione della concettualità politica e nella scelta metaforica, questi quattro autori tedeschi scrivono un capitolo importante di storia civile europea, attraverso un esempio italiano. Essi contribuiscono così in maniera decisiva alla creazione di una mitologia popolare ancora oggi molto produttiva: Cola di Rienzo, figura eroica della letteratura tedesca, è il visionario propugnatore di una nuova Roma repubblicana, fondata su libertà e giustizia, protagonista carismatico della Rivoluzione, vittima, infine, di meschine rivalità e del conflitto che si sviluppa tra affetti privati e interesse pubblico, dopo la conquista del potere. "Mi paiono notevoli gli spunti di riflessione che l’autore suggerisce sul rapporto tra storiografia e letteratura, ovvero tra la ricostruzione storica e l’elaborazione immaginifica di un accadimento o di un personaggio. […] Osserva giustamente Battafarano: “Se, pertanto, è senza dubbio vero che Engels, Wagner, Mosen e Gaillard con le loro opere drammatiche non offrono nulla che possa servire agli storici odierni del medioevo, è però altrettanto vero che essi dicono molto allo storico che si accinga a studiare la Germania dell’Ottocento” (p. 23), e chiude il capitolo con una notevole sentenza: “La letteratura è la rappresentazione della storia dell’umanità rivisitata continuamente nel mito” (p. 25). Il rapporto tra storia e letteratura si presenta dunque come uno dei temi profondi del libro." Tommaso di Carpegna Falconieri, "il 996: rivista del Centro Studi Giuseppe Gioachino Belli". Contiene il testo in tedesco di Friedrich Engels: "Cola di Rienzi" (1841)File | Dimensione | Formato | |
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