La supremazia del modello sistematico nella scienza giuridica è conseguente all’affermazione di una forma della razionalità non riducibile a una “rivoluzione cartesiana”. La modernità si è limitata ad elaborare e a rendere esclusiva un’epistemologia già presente in autori scolastici medievali. Questi, a loro volta, la ereditavano da una tradizione neoplatonica assai risalente, mediata da Dionigi (e dal suo traduttore latino Eriugena), dal Liber de causis e altre fonti ancora. Il saggio analizza la struttura del pensiero neoplatonico alla luce delle categorie di identità e differenza, mostrandone l’insito dualismo e la tendenza all’ipostatizzazione dell’identità. Su questa base ermeneutica si percorrono le filosofie dei Medioplatonici, di Plotino, Porfirio, Amelio, Agostino, Giamblico, proclo, Damascio e Dionigi. Viene criticata l’idea (nicciana e poi heideggeriana) di una responsabilità platonica e paolina nell’“entificazione dell’essere”, rilevandone anzi il carattere autenticamente ontologico e dialettico. Nella sezione conclusiva si indicano i contemporanei risvolti teorico-giuridici della lunga e sotterranea vigenza neoplatonica, sia nel periodo del positivismo giuridico formalista, sia nell’attuale temperie post-positivistica.
Ordo iuris: la nascita del pensiero sistematico
Manzin, Maurizio
2008-01-01
Abstract
La supremazia del modello sistematico nella scienza giuridica è conseguente all’affermazione di una forma della razionalità non riducibile a una “rivoluzione cartesiana”. La modernità si è limitata ad elaborare e a rendere esclusiva un’epistemologia già presente in autori scolastici medievali. Questi, a loro volta, la ereditavano da una tradizione neoplatonica assai risalente, mediata da Dionigi (e dal suo traduttore latino Eriugena), dal Liber de causis e altre fonti ancora. Il saggio analizza la struttura del pensiero neoplatonico alla luce delle categorie di identità e differenza, mostrandone l’insito dualismo e la tendenza all’ipostatizzazione dell’identità. Su questa base ermeneutica si percorrono le filosofie dei Medioplatonici, di Plotino, Porfirio, Amelio, Agostino, Giamblico, proclo, Damascio e Dionigi. Viene criticata l’idea (nicciana e poi heideggeriana) di una responsabilità platonica e paolina nell’“entificazione dell’essere”, rilevandone anzi il carattere autenticamente ontologico e dialettico. Nella sezione conclusiva si indicano i contemporanei risvolti teorico-giuridici della lunga e sotterranea vigenza neoplatonica, sia nel periodo del positivismo giuridico formalista, sia nell’attuale temperie post-positivistica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione