Il presente volume raccoglie i contributi prodotti nell'ambito di una ricerca mirante a inquadrare la questione dell'apertura e della libera distribuzione e redistribuzione del patrimonio digitale nel possesso dalle pubbliche amministrazioni all'interno del piú vasto dibattito sui beni comuni, da un lato, e del movimento per la cultura libera sviluppatasi sull'onda della rivoluzione digitale, dall'altro. I processi di apertura di tale patrimonio digitale si scontrano infatti con difficoltà e diffidenze che operano all'interno delle strutture burocratiche che lo detengono; difficoltà e diffidenze che attengono anche al tradizionale riferimento a istituti modellati sul diritto di proprietà per la gestione del bene pubblico; diritto di proprietà percepito come la pietra angolare del nostro sistema economico e giuridico. Questi ostacoli di natura culturale attengono alla percezione dei rapporti tra una determinata concezione dell'ordine economico e quello giuridico. Ciò si traduce in una congenito pregiudizio contrario ai beni comuni, visti come soluzioni istituzionali inadeguate alla creazione del massimo benessere individuale e sociale. L'intento del presente lavoro è di fornire un contributo volto a mostrare come questa ricostruzione della valenza dei beni comuni digitali sia offuscata da un'impostazione ideologica che, pur ammantandosi del linguaggio della scienza, rischia tuttavia di rifiutare ogni confronto con la realtà.
Beni comuni digitali.
Pradi, Andrea;Rossato, Andrea
2014-01-01
Abstract
Il presente volume raccoglie i contributi prodotti nell'ambito di una ricerca mirante a inquadrare la questione dell'apertura e della libera distribuzione e redistribuzione del patrimonio digitale nel possesso dalle pubbliche amministrazioni all'interno del piú vasto dibattito sui beni comuni, da un lato, e del movimento per la cultura libera sviluppatasi sull'onda della rivoluzione digitale, dall'altro. I processi di apertura di tale patrimonio digitale si scontrano infatti con difficoltà e diffidenze che operano all'interno delle strutture burocratiche che lo detengono; difficoltà e diffidenze che attengono anche al tradizionale riferimento a istituti modellati sul diritto di proprietà per la gestione del bene pubblico; diritto di proprietà percepito come la pietra angolare del nostro sistema economico e giuridico. Questi ostacoli di natura culturale attengono alla percezione dei rapporti tra una determinata concezione dell'ordine economico e quello giuridico. Ciò si traduce in una congenito pregiudizio contrario ai beni comuni, visti come soluzioni istituzionali inadeguate alla creazione del massimo benessere individuale e sociale. L'intento del presente lavoro è di fornire un contributo volto a mostrare come questa ricostruzione della valenza dei beni comuni digitali sia offuscata da un'impostazione ideologica che, pur ammantandosi del linguaggio della scienza, rischia tuttavia di rifiutare ogni confronto con la realtà.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione