Il carattere sorprendente, a volte incredibile delle avventure scritte in un romanzo rimane anche in epoca contemporanea uno dei migliori inter­mediari fra l’autore e il lettore e dunque un aspetto centrale della pas­sione romanzesca. A causa di questa passione e delle sue possibili con­seguenze, dalla prima età moderna al Novecento il romanzo è stato os­servato con sospetto e spesso chiamato in giudizio da parte di autorità politiche, religiose e formative che, nel caso in cui il limite tra finzione e realtà quotidiana non risultasse evidente, lo hanno imposto con forti re­strizioni e con la censura. Il timore che il romanzo non fosse ricono­sciuto a sufficienza come ‘cosa da non credere’ si è mostrato estrema­mente diffuso: il rischio di identificazione e quindi di emulazione dei comportamenti dei personaggi da parte dei lettori era ritenuto troppo ele­vato, rischio che interessava una società poco alfabetizzata in cui le rare letture, per lo più devozionali o edificanti, di norma esortavano proprio all’emulazione. Più il romanzo si è avvicinato al realismo, più questa preoccupazione è cresciuta. Questo singolare timore per l’identificazione nei personaggi, dietro l’attenzione per le fragili coscienze dei lettori na­sconde a stento la diffidenza nei confronti dell’autonomia di pensiero, diffidenza che trova nel romanzo un antagonista irriducibile. Per secoli trascurato, osteggiato dalle istituzioni formative e posto ai margini della cultura alta, il romanzo ha favorito l’espressione individuale e la diffu­sione sociale della lettura, promuovendola nel senso di una pratica silen­ziosa, privata e non istituzionale. In questo modo è risultato rilevante an­che in termini formativi. Questo libro riflette sull’esperienza narrativa e sui suoi frutti da diverse prospettive, grazie al contributo di scrittori, sag­gisti e critici letterari. In che modo le avventure possono essere prese alla lettera? Qual è la lezione di queste avventure? Quale saggezza inse­gna il romanzo? Come influenza la nostra conoscenza del reale e la no­stra espressione?

Avventure da non credere: romanzo e formazione

Nardon, Walter
2013-01-01

Abstract

Il carattere sorprendente, a volte incredibile delle avventure scritte in un romanzo rimane anche in epoca contemporanea uno dei migliori inter­mediari fra l’autore e il lettore e dunque un aspetto centrale della pas­sione romanzesca. A causa di questa passione e delle sue possibili con­seguenze, dalla prima età moderna al Novecento il romanzo è stato os­servato con sospetto e spesso chiamato in giudizio da parte di autorità politiche, religiose e formative che, nel caso in cui il limite tra finzione e realtà quotidiana non risultasse evidente, lo hanno imposto con forti re­strizioni e con la censura. Il timore che il romanzo non fosse ricono­sciuto a sufficienza come ‘cosa da non credere’ si è mostrato estrema­mente diffuso: il rischio di identificazione e quindi di emulazione dei comportamenti dei personaggi da parte dei lettori era ritenuto troppo ele­vato, rischio che interessava una società poco alfabetizzata in cui le rare letture, per lo più devozionali o edificanti, di norma esortavano proprio all’emulazione. Più il romanzo si è avvicinato al realismo, più questa preoccupazione è cresciuta. Questo singolare timore per l’identificazione nei personaggi, dietro l’attenzione per le fragili coscienze dei lettori na­sconde a stento la diffidenza nei confronti dell’autonomia di pensiero, diffidenza che trova nel romanzo un antagonista irriducibile. Per secoli trascurato, osteggiato dalle istituzioni formative e posto ai margini della cultura alta, il romanzo ha favorito l’espressione individuale e la diffu­sione sociale della lettura, promuovendola nel senso di una pratica silen­ziosa, privata e non istituzionale. In questo modo è risultato rilevante an­che in termini formativi. Questo libro riflette sull’esperienza narrativa e sui suoi frutti da diverse prospettive, grazie al contributo di scrittori, sag­gisti e critici letterari. In che modo le avventure possono essere prese alla lettera? Qual è la lezione di queste avventure? Quale saggezza inse­gna il romanzo? Come influenza la nostra conoscenza del reale e la no­stra espressione?
2013
Trento
Università degli Studi di Trento Dipartimento di Lettere e Filosofia
9788884435149
Nardon, Walter
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Labirinti 150.pdf

accesso aperto

Tipologia: Versione editoriale (Publisher’s layout)
Licenza: Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione 1.73 MB
Formato Adobe PDF
1.73 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11572/66718
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact