Il libro, composto di un’introduzione e di cinque capitoli, propone un riesame analitico delle sette suasoriae superstiti di Seneca Padre (il testo originale è riportato in calce) individuandovi argomenti e temi presenti nella riflessione e nel dibattito fra età triumvirale e primo principato, e perciò trattati e discussi nelle scuole di retorica coeve. Quale punto di partenza del lavoro si assumono tendenze ed esiti della ricerca più recente, che, superato il giudizio negativo dato alla retorica di scuola dagli antichi così come dai moderni, utilizza invece i materiali declamatori quali testimonianze preziose per la ricostruzione della temperie culturale, degli orientamenti ideologici, dei modelli sociali e del sistema valoriale del primo principato. Nel primo capitolo si traccia una sintesi aggiornata di quanto si sa dell’autore, della sua opera e dei rapporti da lui intessuti nei circoli culturali della capitale; si propone quindi un inquadramento prosopografico dei circa cinquanta retori citati distinguendoli in due grandi gruppi generazionali, e dimostrando come l’antologia senecana nasca dall’assemblaggio di materiali declamatori eterogenei prodotti nell’arco di almeno un cinquantennio. Nel secondo capitolo si ripercorrono le principali tappe evolutive della declamazione latina di genere deliberativo e di argomento storico-politico, dalle deliberationes dell’ad Herennium alle theseis ciceroniane fino appunto alle suasoriae senecane. Il terzo e il quarto capitolo, dedicati all’analisi, rispettivamente, delle due suasoriae incentrate sulla figura e le gesta di Alessandro Magno e delle tre di argomento storico-tragico greco, intendono dimostrare come temi apparentemente distanti dal vero storico o dalla realtà contemporanea consentissero invece ai declamatori di età augusteo-tiberiana (e al loro pubblico) di riflettere su questioni di stretta attualità, quali il limite dell’espansione di un impero ecumenico, i pericoli della degenerazione dispotica del potere monarchico e le nuove regole di comportamento da esso dettate, i doveri del ‘buon sovrano’ e l’etica auspicabilmente connessa con lo status monarchico. Le due suasoriae sulla morte di Cicerone, al cui studio è dedicato il quinto capitolo, testimoniano della centralità e attualità assolute che i principali eventi dell’ultima fase delle guerre civili (e l’interpretazione che se ne poteva o doveva dare) mantenevano in età augustea, epoca alla quale proprio queste declamazioni permettono di ascrivere tanto l‘origine di un ‘mito di Cicerone’ destinato a enorme e durevole fortuna, quanto la persistenza di un robusto ma caduco filone di anticiceronianesimo.

Retorica e storia: una lettura delle Suasoriae di Seneca Padre

Migliario, Elvira
2007-01-01

Abstract

Il libro, composto di un’introduzione e di cinque capitoli, propone un riesame analitico delle sette suasoriae superstiti di Seneca Padre (il testo originale è riportato in calce) individuandovi argomenti e temi presenti nella riflessione e nel dibattito fra età triumvirale e primo principato, e perciò trattati e discussi nelle scuole di retorica coeve. Quale punto di partenza del lavoro si assumono tendenze ed esiti della ricerca più recente, che, superato il giudizio negativo dato alla retorica di scuola dagli antichi così come dai moderni, utilizza invece i materiali declamatori quali testimonianze preziose per la ricostruzione della temperie culturale, degli orientamenti ideologici, dei modelli sociali e del sistema valoriale del primo principato. Nel primo capitolo si traccia una sintesi aggiornata di quanto si sa dell’autore, della sua opera e dei rapporti da lui intessuti nei circoli culturali della capitale; si propone quindi un inquadramento prosopografico dei circa cinquanta retori citati distinguendoli in due grandi gruppi generazionali, e dimostrando come l’antologia senecana nasca dall’assemblaggio di materiali declamatori eterogenei prodotti nell’arco di almeno un cinquantennio. Nel secondo capitolo si ripercorrono le principali tappe evolutive della declamazione latina di genere deliberativo e di argomento storico-politico, dalle deliberationes dell’ad Herennium alle theseis ciceroniane fino appunto alle suasoriae senecane. Il terzo e il quarto capitolo, dedicati all’analisi, rispettivamente, delle due suasoriae incentrate sulla figura e le gesta di Alessandro Magno e delle tre di argomento storico-tragico greco, intendono dimostrare come temi apparentemente distanti dal vero storico o dalla realtà contemporanea consentissero invece ai declamatori di età augusteo-tiberiana (e al loro pubblico) di riflettere su questioni di stretta attualità, quali il limite dell’espansione di un impero ecumenico, i pericoli della degenerazione dispotica del potere monarchico e le nuove regole di comportamento da esso dettate, i doveri del ‘buon sovrano’ e l’etica auspicabilmente connessa con lo status monarchico. Le due suasoriae sulla morte di Cicerone, al cui studio è dedicato il quinto capitolo, testimoniano della centralità e attualità assolute che i principali eventi dell’ultima fase delle guerre civili (e l’interpretazione che se ne poteva o doveva dare) mantenevano in età augustea, epoca alla quale proprio queste declamazioni permettono di ascrivere tanto l‘origine di un ‘mito di Cicerone’ destinato a enorme e durevole fortuna, quanto la persistenza di un robusto ma caduco filone di anticiceronianesimo.
2007
Bari S.to Spirito
Edipuglia
9788872284650
Migliario, Elvira
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