Il volume è dedicato all’Italia nella poesia tedesca contemporanea, perché nella letteratura tedesca si trova soltanto questo concetto. Anche quando parlano di Venezia o di Palermo, di Torino o di Ostuni, di Sassari o di Macerata, di Pompei o di Livorno, di Trento o di Lucca, di Taranto o di Trieste, i tedeschi intendono sempre e soltanto l’Italia, appunto da Walther von der Vogelweide a Ingeborg Bachmann. Alla luce di questa constatazione, semplice e lampante, vuol essere esplicitamente sottolineata l’utilità di un’integrazione della prospettiva italiana con quella tedesca, ai fini di una migliore comprensione della propria e dell’altrui identità. (...) Vedersi negli occhi degli altri, è certamente opera di autoconoscenza utile e coraggiosa. Essa è sempre salutare, perché ci permette di riflettere, da altra angolazione, sul modo in cui un occhio estraneo ci guarda e ci racconta ai connazionali, mentre ci fissa nelle nostre manifestazioni più strambe o più caratteristiche. Non va dimenticato, infatti, che quest’Italia raccontata in versi dai poeti tedeschi, non è rivolta agli italiani, bensì ai tedeschi. Noi, gli italiani d’oggi, non siamo i destinatari principali delle poesie dei tedeschi contemporanei, ma solo l’oggetto della trattazione. Per una volta siamo sulla scena come attori, chiamati a recitare un copione, scritto e diretto da altri. Trattandosi di poeti contemporanei, le cui opere si collocano in un arco temporale che va dal 1954 al 1986, c’è un reale pericolo di interferenze tra letteratura e vita quotidiana. E ben vero che giornali e televisione riversano sui loro utenti tedeschi non pochi luoghi comuni sull’Italia, a fianco di analisi serie e documentate. E però altrettanto vero che lo stesso fanno i mezzi di comunicazione di massa italiani, quando parlano della Germania, sia che si tratti dell’ennesimo incontro calcistico sia che si riporti l’ultima voce critica sulla tenuta politico-economica dell’Italia, in vista dei famosi o famigerati parametri di Maastricht. Per fortuna i giornali durano un giorno, per fortuna le immagini televisive passano velocemente, per fortuna di tutte queste banalità non rimarrà niente tra qualche tempo. Oggi si leggono e rileggono Kafka, Brecht e Thomas Mann, non le cose scritte dai giornali tedeschi negli stessi anni, nei quali essi pubblicavano - in verità con alterno successo . le loro opere.
L’Italia nella poesia tedesca contemporanea / Battafarano, Italo. - 2:(1997).
L’Italia nella poesia tedesca contemporanea
Battafarano, Italo
1997-01-01
Abstract
Il volume è dedicato all’Italia nella poesia tedesca contemporanea, perché nella letteratura tedesca si trova soltanto questo concetto. Anche quando parlano di Venezia o di Palermo, di Torino o di Ostuni, di Sassari o di Macerata, di Pompei o di Livorno, di Trento o di Lucca, di Taranto o di Trieste, i tedeschi intendono sempre e soltanto l’Italia, appunto da Walther von der Vogelweide a Ingeborg Bachmann. Alla luce di questa constatazione, semplice e lampante, vuol essere esplicitamente sottolineata l’utilità di un’integrazione della prospettiva italiana con quella tedesca, ai fini di una migliore comprensione della propria e dell’altrui identità. (...) Vedersi negli occhi degli altri, è certamente opera di autoconoscenza utile e coraggiosa. Essa è sempre salutare, perché ci permette di riflettere, da altra angolazione, sul modo in cui un occhio estraneo ci guarda e ci racconta ai connazionali, mentre ci fissa nelle nostre manifestazioni più strambe o più caratteristiche. Non va dimenticato, infatti, che quest’Italia raccontata in versi dai poeti tedeschi, non è rivolta agli italiani, bensì ai tedeschi. Noi, gli italiani d’oggi, non siamo i destinatari principali delle poesie dei tedeschi contemporanei, ma solo l’oggetto della trattazione. Per una volta siamo sulla scena come attori, chiamati a recitare un copione, scritto e diretto da altri. Trattandosi di poeti contemporanei, le cui opere si collocano in un arco temporale che va dal 1954 al 1986, c’è un reale pericolo di interferenze tra letteratura e vita quotidiana. E ben vero che giornali e televisione riversano sui loro utenti tedeschi non pochi luoghi comuni sull’Italia, a fianco di analisi serie e documentate. E però altrettanto vero che lo stesso fanno i mezzi di comunicazione di massa italiani, quando parlano della Germania, sia che si tratti dell’ennesimo incontro calcistico sia che si riporti l’ultima voce critica sulla tenuta politico-economica dell’Italia, in vista dei famosi o famigerati parametri di Maastricht. Per fortuna i giornali durano un giorno, per fortuna le immagini televisive passano velocemente, per fortuna di tutte queste banalità non rimarrà niente tra qualche tempo. Oggi si leggono e rileggono Kafka, Brecht e Thomas Mann, non le cose scritte dai giornali tedeschi negli stessi anni, nei quali essi pubblicavano - in verità con alterno successo . le loro opere.File | Dimensione | Formato | |
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