Flessibilità e conciliazione sono due termini negli ultimi anni entrati di prepotenza non solo nel lessico degli studi di genere sulle organizzazioni, ma anche nel dibattito sulle politiche del lavoro e soprattutto nelle pratiche organizzative. Tratto comune di questi due concetti è la convinzione della necessità di rendere più fluida l’organizzazione del lavoro per rispondere, nel caso della flessibilità, ai rapidi cambiamenti in atto nella società ed in particolare nel mercato del lavoro e per consentire, nel caso della conciliazione, una gestione più efficace della compresenza in differenti mondi vitali, tra cui in particolare il lavoro e la famiglia. In questo contributo intendiamo proporre una rilettura critica di questi due concetti, ed in particolare della conciliazione, attraverso il ricorso alla metafora della cittadinanza di genere. Il riconoscimento dell’esistenza di una pluralità di culture organizzative, portatrici di differenti e contrastanti modelli di cittadinanza di genere, ci consentirà di mettere in evidenza alcuni dei significati e dei riferimenti valoriali sottesi ai costrutti simbolici di flessibilità e conciliazione, mostrandone alcune ambivalenze e criticità e sollecitando una riflessione consapevole sulla ‘trappola di genere’ e al contempo sul carattere mutevole e situato dei regimi di genere e delle pratiche che li sostengono.
Pratiche di conciliazione: tra fluidità del lavoro e trappole di genere / Gherardi, Silvia; Poggio, Barbara. - ELETTRONICO. - (2003). (Intervento presentato al convegno Convegno nazionale ed europeo CIRSDe: che genere di conciliazione tenutosi a Torino nel 28-29 maggio 2003).
Pratiche di conciliazione: tra fluidità del lavoro e trappole di genere
Gherardi, Silvia;Poggio, Barbara
2003-01-01
Abstract
Flessibilità e conciliazione sono due termini negli ultimi anni entrati di prepotenza non solo nel lessico degli studi di genere sulle organizzazioni, ma anche nel dibattito sulle politiche del lavoro e soprattutto nelle pratiche organizzative. Tratto comune di questi due concetti è la convinzione della necessità di rendere più fluida l’organizzazione del lavoro per rispondere, nel caso della flessibilità, ai rapidi cambiamenti in atto nella società ed in particolare nel mercato del lavoro e per consentire, nel caso della conciliazione, una gestione più efficace della compresenza in differenti mondi vitali, tra cui in particolare il lavoro e la famiglia. In questo contributo intendiamo proporre una rilettura critica di questi due concetti, ed in particolare della conciliazione, attraverso il ricorso alla metafora della cittadinanza di genere. Il riconoscimento dell’esistenza di una pluralità di culture organizzative, portatrici di differenti e contrastanti modelli di cittadinanza di genere, ci consentirà di mettere in evidenza alcuni dei significati e dei riferimenti valoriali sottesi ai costrutti simbolici di flessibilità e conciliazione, mostrandone alcune ambivalenze e criticità e sollecitando una riflessione consapevole sulla ‘trappola di genere’ e al contempo sul carattere mutevole e situato dei regimi di genere e delle pratiche che li sostengono.File | Dimensione | Formato | |
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