Con questo articolo mi sono proposto di dimostrare come i Carolingi sin dall’età di Carlo Martello abbiano condotto una consapevole politica di espansione nei territori alpini. La prima fase di questa espansione avvenne all’epoca di Carlo Martello e di Pipino III e fu caratterizzata dalla volontà di eliminare pericolosi antagonisti nel controllo dei principali valichi alpini. Si trattò di un’opera condotta con risultati alterni, ad esempio con successo pieno nei confronti del ducato di Alamannia, parziale nei confronti di quello di Baviera. Ho messo in evidenza, poi, come la seconda fase di questa espansione sia avvenuta nell’età di Carlo Magno e abbia portato alla definitiva acquisizione, con le armi o altre forme di sottomissione, di ambiti territoriali strategici quali la Rezia curiense e il già ricordato ducato di Baviera. In tal modo per la prima volta le Alpi dall’età gota non furono più luogo di frontiera. A partire da questa ricostruzione, nel mio articolo ho analizzato le forme di controllo politico dell’area alpina attuate da Carlo Magno e ho messo in risalto il ruolo giocato da alcuni ecclesiastici in precedenza strettamente legati alla corte del sovrano franco e ad Alcuino di York (ad esempio il vescovo Remedio di Coira o il patriarca Paolino di Aquileia). Nella parte finale dell’articolo, infine, ho cercato di ricostruire come, dopo la morte di Carlo Magno, le Alpi abbiano iniziato a vivere una fase di graduale frammentazione politica, che portò alla formazione di ambiti omogenei lungo un asse longitudinale, attraverso compagini politiche che permettevano il controllo del versante settentrionale e meridionale dei principali valichi.

La politica alpina dei Carolingi

Albertoni, Giuseppe
2007-01-01

Abstract

Con questo articolo mi sono proposto di dimostrare come i Carolingi sin dall’età di Carlo Martello abbiano condotto una consapevole politica di espansione nei territori alpini. La prima fase di questa espansione avvenne all’epoca di Carlo Martello e di Pipino III e fu caratterizzata dalla volontà di eliminare pericolosi antagonisti nel controllo dei principali valichi alpini. Si trattò di un’opera condotta con risultati alterni, ad esempio con successo pieno nei confronti del ducato di Alamannia, parziale nei confronti di quello di Baviera. Ho messo in evidenza, poi, come la seconda fase di questa espansione sia avvenuta nell’età di Carlo Magno e abbia portato alla definitiva acquisizione, con le armi o altre forme di sottomissione, di ambiti territoriali strategici quali la Rezia curiense e il già ricordato ducato di Baviera. In tal modo per la prima volta le Alpi dall’età gota non furono più luogo di frontiera. A partire da questa ricostruzione, nel mio articolo ho analizzato le forme di controllo politico dell’area alpina attuate da Carlo Magno e ho messo in risalto il ruolo giocato da alcuni ecclesiastici in precedenza strettamente legati alla corte del sovrano franco e ad Alcuino di York (ad esempio il vescovo Remedio di Coira o il patriarca Paolino di Aquileia). Nella parte finale dell’articolo, infine, ho cercato di ricostruire come, dopo la morte di Carlo Magno, le Alpi abbiano iniziato a vivere una fase di graduale frammentazione politica, che portò alla formazione di ambiti omogenei lungo un asse longitudinale, attraverso compagini politiche che permettevano il controllo del versante settentrionale e meridionale dei principali valichi.
2007
Carlo Magno e le Alpi: atti del XVIII Congresso internazionale di studi sull'alto medioevo (Susa, 19-20 ottobre 2006; Novalesa, 21 ottobre 2006)
Spoleto
CISAM
9788879880664
Albertoni, Giuseppe
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