La ricerca MAIN “Modelli Abitativi INclusivi: nuove forme di insediamento per migranti in città” ha indagato le modalità di configurazione degli spazi di insediamento alla scala urbana che prevedano l’accoglienza, l’alloggio e il reinserimento sociale dei migranti di seconda accoglienza al fine di costruire una piccola Cité de Refuge aperta a tutti. Così era chiamato il Palazzo dell’Esercito della Salvezza a Parigi in cui Le Corbusier tra il 1929 e il 1933, dopo aver progettato l’Asile flottant – un riparo temporaneo per 120 persone senzatetto – aveva immaginato spazi di lavoro, dormitori, spazi sociali, servizi, biblioteca, ecc. in un unico edificio: un’intuizione brillante per l’epoca. Nell’indagine condotta sulla città di Napoli, che come altre città metropolitane italiane, presenta un notevole insediamento di migranti, si riafferma la convinzione corbusiana secondo la quale un riparo dignitoso non debba essere costituito unicamente da dormitori ma anche da spazi collettivi che possano favorire l’inclusione sociale. Anche il Piano d’Azione per l’integrazione e l’inclusione 2021-2027 adottato dalla Commissione Europea sembra essere in linea con questo principio, considerando soluzioni abitative che prevedano alloggi “autonomi”, e non dormitori, che siano in grado di favorire l’inclusione e combattere la segregazione. Il lavoro di ricerca muove l’indagine su queste nuove forme di insediamento inclusive immaginando la costruzione di residenze e spazi collettivi (un’aula sportiva, un’aula religiosa, spazi mercatali, aree verdi attrezzate ecc.) attraverso un progetto urbano che tenga conto anche della dimensione pubblica e civile in grado di favorire il pluralismo culturale e al contempo di riqualificare parti urbane ancora in attesa di un chiaro disegno. Dal punto di vista metodologico la ricerca è stata condotta attraverso due fasi, una fase analitica che ha riguardato una selezione di casi studio in diverse città europee e una fase sperimentale di applicazione analogica condotta sull’area orientale della città di Napoli, assunta come caso dimostratore.
MAIN “Modelli Abitativi INclusivi”. Nuove forme di insediamento per migranti in città / Sansò, Claudia. - RAUM_Research on Architecture and Urban Morphology:(2025), pp. 78-85.
MAIN “Modelli Abitativi INclusivi”. Nuove forme di insediamento per migranti in città
Sansò, Claudia
2025-01-01
Abstract
La ricerca MAIN “Modelli Abitativi INclusivi: nuove forme di insediamento per migranti in città” ha indagato le modalità di configurazione degli spazi di insediamento alla scala urbana che prevedano l’accoglienza, l’alloggio e il reinserimento sociale dei migranti di seconda accoglienza al fine di costruire una piccola Cité de Refuge aperta a tutti. Così era chiamato il Palazzo dell’Esercito della Salvezza a Parigi in cui Le Corbusier tra il 1929 e il 1933, dopo aver progettato l’Asile flottant – un riparo temporaneo per 120 persone senzatetto – aveva immaginato spazi di lavoro, dormitori, spazi sociali, servizi, biblioteca, ecc. in un unico edificio: un’intuizione brillante per l’epoca. Nell’indagine condotta sulla città di Napoli, che come altre città metropolitane italiane, presenta un notevole insediamento di migranti, si riafferma la convinzione corbusiana secondo la quale un riparo dignitoso non debba essere costituito unicamente da dormitori ma anche da spazi collettivi che possano favorire l’inclusione sociale. Anche il Piano d’Azione per l’integrazione e l’inclusione 2021-2027 adottato dalla Commissione Europea sembra essere in linea con questo principio, considerando soluzioni abitative che prevedano alloggi “autonomi”, e non dormitori, che siano in grado di favorire l’inclusione e combattere la segregazione. Il lavoro di ricerca muove l’indagine su queste nuove forme di insediamento inclusive immaginando la costruzione di residenze e spazi collettivi (un’aula sportiva, un’aula religiosa, spazi mercatali, aree verdi attrezzate ecc.) attraverso un progetto urbano che tenga conto anche della dimensione pubblica e civile in grado di favorire il pluralismo culturale e al contempo di riqualificare parti urbane ancora in attesa di un chiaro disegno. Dal punto di vista metodologico la ricerca è stata condotta attraverso due fasi, una fase analitica che ha riguardato una selezione di casi studio in diverse città europee e una fase sperimentale di applicazione analogica condotta sull’area orientale della città di Napoli, assunta come caso dimostratore.| File | Dimensione | Formato | |
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