L’intervento si propone di approfondire il tema della meraviglia all’interno del pensiero di María Zambrano (Vélez-Málaga 1904 - Madrid 1991) descrivendo il processo che porta dal "pasmo" – termine che la filosofa utilizza per indicare l’impressione originaria dinnanzi a qualcosa di insolito – all’ "asombro", quell’autentico stupore che trova nel paradigma della Nascita la sua espressione più adeguata. L’evento natale è infatti l’unico in grado di incarnare quello «stupore dell’essere vivo e dell’essere qualcuno, un essere, un individuo irriducibilmente differente dagli altri». Una concezione che ci consente di riportare al centro dell’attenzione l’evento natale, e, con esso, la meraviglia che lo accompagna, in contrasto con un’intera tradizione filosofica che ha concesso un netto privilegio all’orizzonte della morte. La genesi dello stupore iniziale non sarà qui da ricercarsi in quella domanda che dà origine alla risposta che molta filosofia si è affannata a ricercare, ma piuttosto nel processo inverso, ovvero nell’esistenza stessa della risposta già nell’esperienza. Si tratta dunque di una sapienza, quella che qui si intende riportare alla luce, che non va in cerca di risposte, ma che è in grado di aprirsi a una dimensione trascendente solo grazie a una fedele adesione alla realtà. Il processo che porta dal pasmo, ovvero dalla semplice ammirazione iniziale, all’asombro, all’autentica meraviglia, andrà dunque ricercato nella capacità di farsi vuoto per accogliere ciò che è altro da sé, dando origine a quell’autentico stupore che trova in ogni nuova nascita il suo paradigma più adeguato. Dinnanzi alla semplice ammirazione nei confronti della realtà sono infatti possibili due atteggiamenti: ridurre l’insolito a ciò che già si conosce, omologandolo con la sola ragione all’ambito del già noto, oppure aprirsi all’inedito, unico atteggiamento in grado di suscitare autentica meraviglia. L’ascensione dal pasmo all’ asombro sarà possibile allora solo dopo essersi addentrati all’interno della realtà stessa, mediante una sapienza che travalica i confini delle astratte categorie filosofiche per nutrirsi di una sapienza che non ha reciso il suo legame con la realtà. Nello stupore del sentirsi vivi, nel sentimento di profonda gratitudine che deriva dal riconoscimento della nostra originaria condizione non solo mortale, ma anche, e soprattutto, natale, l’uomo potrà ritrovare quella capacità di meravigliarsi imprescindibile a ogni conoscenza autentica. Parole chiave: Nascita, meraviglia, stupore, María Zambrano
Desde el “pasmo” al “asombro”: Nascita, meraviglia e stupore in María Zambrano / Desde el “pasmo” al “asombro”: Birth, Wonder, and Amazement in María Zambrano / Moretti, Manuela. - (2024). (Intervento presentato al convegno IL SENSO INCANTATO CONVEGNO FINALE FBK-ISR tenutosi a Trento nel 17 dicembre 2024).
Desde el “pasmo” al “asombro”: Nascita, meraviglia e stupore in María Zambrano / Desde el “pasmo” al “asombro”: Birth, Wonder, and Amazement in María Zambrano
Manuela Moretti
2024-01-01
Abstract
L’intervento si propone di approfondire il tema della meraviglia all’interno del pensiero di María Zambrano (Vélez-Málaga 1904 - Madrid 1991) descrivendo il processo che porta dal "pasmo" – termine che la filosofa utilizza per indicare l’impressione originaria dinnanzi a qualcosa di insolito – all’ "asombro", quell’autentico stupore che trova nel paradigma della Nascita la sua espressione più adeguata. L’evento natale è infatti l’unico in grado di incarnare quello «stupore dell’essere vivo e dell’essere qualcuno, un essere, un individuo irriducibilmente differente dagli altri». Una concezione che ci consente di riportare al centro dell’attenzione l’evento natale, e, con esso, la meraviglia che lo accompagna, in contrasto con un’intera tradizione filosofica che ha concesso un netto privilegio all’orizzonte della morte. La genesi dello stupore iniziale non sarà qui da ricercarsi in quella domanda che dà origine alla risposta che molta filosofia si è affannata a ricercare, ma piuttosto nel processo inverso, ovvero nell’esistenza stessa della risposta già nell’esperienza. Si tratta dunque di una sapienza, quella che qui si intende riportare alla luce, che non va in cerca di risposte, ma che è in grado di aprirsi a una dimensione trascendente solo grazie a una fedele adesione alla realtà. Il processo che porta dal pasmo, ovvero dalla semplice ammirazione iniziale, all’asombro, all’autentica meraviglia, andrà dunque ricercato nella capacità di farsi vuoto per accogliere ciò che è altro da sé, dando origine a quell’autentico stupore che trova in ogni nuova nascita il suo paradigma più adeguato. Dinnanzi alla semplice ammirazione nei confronti della realtà sono infatti possibili due atteggiamenti: ridurre l’insolito a ciò che già si conosce, omologandolo con la sola ragione all’ambito del già noto, oppure aprirsi all’inedito, unico atteggiamento in grado di suscitare autentica meraviglia. L’ascensione dal pasmo all’ asombro sarà possibile allora solo dopo essersi addentrati all’interno della realtà stessa, mediante una sapienza che travalica i confini delle astratte categorie filosofiche per nutrirsi di una sapienza che non ha reciso il suo legame con la realtà. Nello stupore del sentirsi vivi, nel sentimento di profonda gratitudine che deriva dal riconoscimento della nostra originaria condizione non solo mortale, ma anche, e soprattutto, natale, l’uomo potrà ritrovare quella capacità di meravigliarsi imprescindibile a ogni conoscenza autentica. Parole chiave: Nascita, meraviglia, stupore, María ZambranoI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione



