Nel pensare alla crisi ecologica e alle possibili risposte ad essa, spesso si concettualizza la natura come esterna e originaria rispetto ai processi di valorizzazione capitalista, da cui risulterebbe sotto attacco. È possibile però ri-leggere la storia del costrutto “natura” nella modernità capitalista e riconoscervi una intimità di fondo con il correlato necessario del valore. Pensata come substrato inerte e infinitamente appropriabile, infatti, essa appare altrettanto astratta e funzionale all’accumulazione. Si è allora proposto lo smantellamento della dicotomia cartesiana natura/civiltà, che ha fondato lo sfruttamento senza barriere della biosfera: le correnti “neomaterialiste” propongono di ridare dignità alla natura non umana riconoscendole una vitalità e una capacità creativa non riconosciutele nella modernità. Tuttavia, non producendo una critica sufficientemente profonda al valore, il rischio è che divengano complici dell’intensificazione della sua presa sull’esistenza: una con-fusione tra natura e civiltà che rende il mondo intero valore astratto. Teorizzare e praticare la lotta dentro la crisi ecologica sembra allora chiamare ad una critica serrata innanzitutto dell’astrazione, quale logica generale di un mondo a perdere.
Ecologia e vita: critica del valore e critica della natura / Dal Gobbo, Alice. - STAMPA. - 39:(2024), pp. 35-42.
Ecologia e vita: critica del valore e critica della natura
Dal Gobbo, Alice
2024-01-01
Abstract
Nel pensare alla crisi ecologica e alle possibili risposte ad essa, spesso si concettualizza la natura come esterna e originaria rispetto ai processi di valorizzazione capitalista, da cui risulterebbe sotto attacco. È possibile però ri-leggere la storia del costrutto “natura” nella modernità capitalista e riconoscervi una intimità di fondo con il correlato necessario del valore. Pensata come substrato inerte e infinitamente appropriabile, infatti, essa appare altrettanto astratta e funzionale all’accumulazione. Si è allora proposto lo smantellamento della dicotomia cartesiana natura/civiltà, che ha fondato lo sfruttamento senza barriere della biosfera: le correnti “neomaterialiste” propongono di ridare dignità alla natura non umana riconoscendole una vitalità e una capacità creativa non riconosciutele nella modernità. Tuttavia, non producendo una critica sufficientemente profonda al valore, il rischio è che divengano complici dell’intensificazione della sua presa sull’esistenza: una con-fusione tra natura e civiltà che rende il mondo intero valore astratto. Teorizzare e praticare la lotta dentro la crisi ecologica sembra allora chiamare ad una critica serrata innanzitutto dell’astrazione, quale logica generale di un mondo a perdere.File | Dimensione | Formato | |
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