Compiuta un'ampia digressione di carattere interdisciplinare in tema di suicidio tale da abbracciare considerazioni di natura sociologica, letteraria, filosofica, storica e giuridica, l’opera propone anzitutto una dettagliata ricognizione del procedimento a carico di Marco Cappato per la morte di Fabiano Antoniani, attingendo da esso fondamentali spunti di riflessione concernenti tanto le disposizioni penali in materia di fine vita, quanto i princìpi costituzionali tatti da simili scelte terminali. In quest’ottica, i valori fondamentali della dignità umana e dell’autodeterminazione sanitaria hanno costituito il punto di avvio per affrontare il travagliato tema di una disciplina organica riguardante i trattamenti eutanasici, confrontandosi con i numerosi ostacoli opposti e con il dibattito successivo alla vicenda giudiziaria poc’anzi menzionata. L’esigenza di un’indagine attenta al metodo comparatistico ha reso ineludibile il riferimento a due importanti stimoli d’ordine legislativo e giurisprudenziale, rispettivamente rappresentati dalla spagnola Ley Orgánica de regulación de la eutanasia e dalla pronuncia con cui il Bundesverfassungsgericht ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del § 217 StGB in materia di agevolazione al suicidio prestata in forma commerciale, divenuta in breve tempo oggetto di discussione circa l’estensibilità delle osservazioni in essa svolte a condotte di omicidio del consenziente. Riservate alcune valutazioni preliminari al rapporto fra diritto e morale e alle funzioni tradizionalmente assolte dalla sanzione penale, il lavoro propone conclusivamente l'elaborazione di una scriminante procedurale tale da riconoscere il connotato di liceità di pratiche di “aiuto medico a morire”. L'analisi dei suoi requisiti operativi è affiancata ad alcune riflessioni dedicate all’omicidio pietatis causa, seguite dall'annosa questione relativa all'esercizio dell'obiezione di coscienza da parte del personale sanitario nonché dai possibili profili di responsabilità del medico coinvolto in procedure di nuova concezione.
Suicidio assistito e autodeterminazione responsabile: i limiti costituzionali dell’intervento penale / Tigrino, Andrea. - 47:(2024). [10.15168/11572_405618]
Suicidio assistito e autodeterminazione responsabile: i limiti costituzionali dell’intervento penale
Tigrino, Andrea
2024-01-01
Abstract
Compiuta un'ampia digressione di carattere interdisciplinare in tema di suicidio tale da abbracciare considerazioni di natura sociologica, letteraria, filosofica, storica e giuridica, l’opera propone anzitutto una dettagliata ricognizione del procedimento a carico di Marco Cappato per la morte di Fabiano Antoniani, attingendo da esso fondamentali spunti di riflessione concernenti tanto le disposizioni penali in materia di fine vita, quanto i princìpi costituzionali tatti da simili scelte terminali. In quest’ottica, i valori fondamentali della dignità umana e dell’autodeterminazione sanitaria hanno costituito il punto di avvio per affrontare il travagliato tema di una disciplina organica riguardante i trattamenti eutanasici, confrontandosi con i numerosi ostacoli opposti e con il dibattito successivo alla vicenda giudiziaria poc’anzi menzionata. L’esigenza di un’indagine attenta al metodo comparatistico ha reso ineludibile il riferimento a due importanti stimoli d’ordine legislativo e giurisprudenziale, rispettivamente rappresentati dalla spagnola Ley Orgánica de regulación de la eutanasia e dalla pronuncia con cui il Bundesverfassungsgericht ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del § 217 StGB in materia di agevolazione al suicidio prestata in forma commerciale, divenuta in breve tempo oggetto di discussione circa l’estensibilità delle osservazioni in essa svolte a condotte di omicidio del consenziente. Riservate alcune valutazioni preliminari al rapporto fra diritto e morale e alle funzioni tradizionalmente assolte dalla sanzione penale, il lavoro propone conclusivamente l'elaborazione di una scriminante procedurale tale da riconoscere il connotato di liceità di pratiche di “aiuto medico a morire”. L'analisi dei suoi requisiti operativi è affiancata ad alcune riflessioni dedicate all’omicidio pietatis causa, seguite dall'annosa questione relativa all'esercizio dell'obiezione di coscienza da parte del personale sanitario nonché dai possibili profili di responsabilità del medico coinvolto in procedure di nuova concezione.File | Dimensione | Formato | |
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