Il contributo considera le due parole ‘interpretazione’ e ‘creatività’ nell’esperienza del canto cristiano liturgico di rito latino, dove ricevono connotazioni molto particolari e sono illuminate da una prospettiva nuova. Il saggio sottolinea che il gregoriano, semplicemente, non si “interpreta”: si tratta di un’esperienza personale e insieme comunitaria, che acquista senso dentro una tradizione, in un modo di pregare di una comunità che vive e che insegna ai suoi membri quel modo di pregare, nell’alveo della grande tradizione cattolica. Se il canto liturgico è essenzialmente preghiera, non deve preoccupare l’interpretazione: nella preghiera comunitaria qualsiasi preoccupazione tecnica deve scomparire, deve essere già superata.Per quanto riguarda il tema della creatività il saggio esamina l’invitatorio che apre il Mattutino della domenica di Pasqua: "Surrexit Dominus vere", e l'inno Aeterne rerum conditor, per esemplificare come si esprima la creatività nell’invenzione di una melodia gregoriana. Nella liturgia vissuta, d’altra parte, la creatività rispetto al canto liturgico si esprimeva soprattutto attraverso la secundatio (l'aggiunta di un'amplificazione polifonica): ogni comunità si appropriava di un canto attraverso l’uso di una specifica seconda voce, certamente diversa da quella cantata dalle comunità vicine e forte segnale identitario.
Creatività e interpretazione nel canto cristiano liturgico / Gozzi, Marco. - STAMPA. - (2022), pp. 65-80.
Creatività e interpretazione nel canto cristiano liturgico
Gozzi, Marco
2022-01-01
Abstract
Il contributo considera le due parole ‘interpretazione’ e ‘creatività’ nell’esperienza del canto cristiano liturgico di rito latino, dove ricevono connotazioni molto particolari e sono illuminate da una prospettiva nuova. Il saggio sottolinea che il gregoriano, semplicemente, non si “interpreta”: si tratta di un’esperienza personale e insieme comunitaria, che acquista senso dentro una tradizione, in un modo di pregare di una comunità che vive e che insegna ai suoi membri quel modo di pregare, nell’alveo della grande tradizione cattolica. Se il canto liturgico è essenzialmente preghiera, non deve preoccupare l’interpretazione: nella preghiera comunitaria qualsiasi preoccupazione tecnica deve scomparire, deve essere già superata.Per quanto riguarda il tema della creatività il saggio esamina l’invitatorio che apre il Mattutino della domenica di Pasqua: "Surrexit Dominus vere", e l'inno Aeterne rerum conditor, per esemplificare come si esprima la creatività nell’invenzione di una melodia gregoriana. Nella liturgia vissuta, d’altra parte, la creatività rispetto al canto liturgico si esprimeva soprattutto attraverso la secundatio (l'aggiunta di un'amplificazione polifonica): ogni comunità si appropriava di un canto attraverso l’uso di una specifica seconda voce, certamente diversa da quella cantata dalle comunità vicine e forte segnale identitario.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione