«Lungo tutto il Settecento, se gl’italiani letterati discussero del Torrismondo assai, l’Italia lo lesse poco o niente». Così scrisse, a ragione, Giosuè Carducci dell’opera di Torquato Tasso. Il poeta sorrentino, infatti, fu un importante termine di paragone attraverso il quale Italia e Francia misurarono il proprio prestigio letterario negli anni della famosa querelle des Anciens et des Modernes, tanto che, si potrebbe dire, per tutto il xviii secolo la critica a Tasso non uscì mai del tutto dall’alveo della polemica in cui nacque. Anche se con un taglio più descrittivo rispetto ad altri scritti che in parte, o del tutto, hanno toccato questo tema, il mio contributo cercherà di radunare i testi più significativi che compongono il mosaico della critica tassiana primo-settecentesca, al fine di entrare nel vivo del dibattito fra letterati, e di inquadrare il ruolo che ebbe l’opera di Tasso nello svolgersi di questa fase “riformistica” della nostra letteratura. Il contributo sarà articolato in due parti: nella prima parte si prenderanno in considerazione i giudizi all’opera di Tasso più strettamente legati alla difesa dell’autore e della tradizione letteraria italiana; nella seconda, invece, si cercherà di dimostrare come, a un certo punto della querelle, il poeta sorrentino venga preso come modello (positivo o negativo) dal quale ripartire per la riforma della tragedia italiana.
La fortuna critica di Torquato Tasso nel primo Settecento: una panoramica / Boaretto, Emilio. - STAMPA. - (2023), pp. 139-161.
La fortuna critica di Torquato Tasso nel primo Settecento: una panoramica
Boaretto, Emilio
2023-01-01
Abstract
«Lungo tutto il Settecento, se gl’italiani letterati discussero del Torrismondo assai, l’Italia lo lesse poco o niente». Così scrisse, a ragione, Giosuè Carducci dell’opera di Torquato Tasso. Il poeta sorrentino, infatti, fu un importante termine di paragone attraverso il quale Italia e Francia misurarono il proprio prestigio letterario negli anni della famosa querelle des Anciens et des Modernes, tanto che, si potrebbe dire, per tutto il xviii secolo la critica a Tasso non uscì mai del tutto dall’alveo della polemica in cui nacque. Anche se con un taglio più descrittivo rispetto ad altri scritti che in parte, o del tutto, hanno toccato questo tema, il mio contributo cercherà di radunare i testi più significativi che compongono il mosaico della critica tassiana primo-settecentesca, al fine di entrare nel vivo del dibattito fra letterati, e di inquadrare il ruolo che ebbe l’opera di Tasso nello svolgersi di questa fase “riformistica” della nostra letteratura. Il contributo sarà articolato in due parti: nella prima parte si prenderanno in considerazione i giudizi all’opera di Tasso più strettamente legati alla difesa dell’autore e della tradizione letteraria italiana; nella seconda, invece, si cercherà di dimostrare come, a un certo punto della querelle, il poeta sorrentino venga preso come modello (positivo o negativo) dal quale ripartire per la riforma della tragedia italiana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione