Lo stato dell’arte sugli studi di telemedicina è il primo contributo organico di un programma di ricerca che la Research Unit on Cognition, Organizational Learning and Aesthetics (RUCOLAi) ha intrapreso da circa un anno e sul quale si impegnerà nei prossimi anni. L’interesse centrale che accomuna gli studiosi che hanno fondato Rucola è costituito dalla centralità della conoscenza e delle pratiche epistemiche nella società contemporanea. Infatti una società che fa sempre più affidamento sui saperi esperti e sui lavoratori della conoscenza è una società che si interroga sui vantaggi ed i rischi connessi alla progressiva autonomizzazione di tali sfere di sapere, sia in termini di democrazia sia in termini di gestione della conoscenza. L’espansione del ruolo dei sistemi esperti nella società della conoscenza, sostenuto e reso possibile anche dalle nuove tecnologie di telecomunicazioni, spinge i sociologi a riformulare il modo tradizionale di interrogarsi sulla società, sulla tecnologia e sulle pratiche conoscitive. Per dirla con le parole di Karin Knorr Cetina (1997: 8): in una società della conoscenza post-sociale, le definizioni mutuamente esclusive di processi conoscitivi e di processi sociali non sono più teoricamente adeguate: abbiamo bisogno di tracciare le modalità con le quali la conoscenza è diventata costitutiva delle relazioni sociali. Il nostro interesse per la pratica medica e per come questa sta cambiando, anche grazie alle nuove tecnologie, nella società della conoscenza è scaturito da questo milieu culturale, nonché dall’esperienza di ricerca in tema di apprendimento organizzativo, di sviluppo della conoscenza nei luoghi di lavoro e comprensione estetica dell’organizzazione. Tanti possono essere i motivi perché i sociologi siano attratti dalla pratica medica e la rassegna bibliografica mette bene in luce come ci si possa avvicinare al tema della telemedicina con una pluralità di tipi di domande e angolature di studio. Personalmente nella pratica medica, mediata dalle nuove sono affascinata da quanto mi appare un intrinseco paradosso. Dallo studio dei libri di Michel Polanyi, filosofo per professione, ma medico radiologo per formazione, ho conservato il ricordo dei tanti esempi tratti dal campo medico che egli usa per parlare della conoscenza tacita e mi è rimasta l’idea romantica della medicina come idealtipo del sapere pratico e dei processi del conoscere in pratica (Polanyi, 1967). A questa immagine si contrappone l’idea della mediazione tecnologica che interviene a ridisegnare la pratica tradizionale. Tante professioni vengono oggi profondamente modificate dal modo in cui incorporano o si oppongono alle nuove tecnologie e lo studiare la pratica medica tecnologicamente mediata ci può insegnare molte cose su come cambiano i saperi pratici, come si formano gli oggetti epistemici e su come vengono istituzionalizzati in nuova conoscenza anche in altri sistemi esperti. Il motivo per produrre una bibliografia ragionata sugli studi di telemedicina risiede nel bisogno di mappare un campo di studio entro il quale definire il proprio approccio metodologico. Pertanto la bibliografia si apre con la definizione convenzionale, ma non per questo poco dibattuta e negoziata, di telemedicina come “uso di comunicazioni elettroniche e tecnologie dell’informazione per fornire e supportare la cura clinica a distanza”. Procede poi ad argomentare a favore di un approccio sociologico che, all’interno della telemedicina, si focalizzi sulla relazione tra pratiche cliniche, sapere medico e nuove tecnologie di telecomunicazione e definisca la telemedicina come un processo tecnologico basato sulla negoziazione pratica del suo utilizzo. Da queste premesse consegue un disegno di ricerca che ci vede impegnati nella conduzione di una pluralità di studi di caso e nella collaborazione con diverse istituzioni. La collaborazione con tante persone ed istituzioni che generalmente ci hanno consentito l’accesso ed hanno interagito con noi con disponibilità e curiosità è stata una motivazione ulteriore a scrivere questo quaderno che rappresenta un work-in-progress ed una modalità concreta per contraccambiare quanto riceviamo. Un debito intellettuale rimarrà sempre aperto con Aaron Cicourel che è stato visiting professor presso la nostra Facoltà nell’Anno Accademico 2001-2002 e che ci ha portato tutta la sua esperienza di sociologo che ha studiato i medici per gran parte della sua lunga carriera accademica e ci ha trasmesso il gusto e la finezza del sapere del conosseur di “ecologie mediche locali”.
Telemedicina : una rassegna bibliografica introduttiva / Nicolini, Davide; Bruni, Attila; Fasol, Rino. - ELETTRONICO. - 29:(2003), pp. 1-37.
Telemedicina : una rassegna bibliografica introduttiva
Bruni, Attila;Fasol, Rino
2003-01-01
Abstract
Lo stato dell’arte sugli studi di telemedicina è il primo contributo organico di un programma di ricerca che la Research Unit on Cognition, Organizational Learning and Aesthetics (RUCOLAi) ha intrapreso da circa un anno e sul quale si impegnerà nei prossimi anni. L’interesse centrale che accomuna gli studiosi che hanno fondato Rucola è costituito dalla centralità della conoscenza e delle pratiche epistemiche nella società contemporanea. Infatti una società che fa sempre più affidamento sui saperi esperti e sui lavoratori della conoscenza è una società che si interroga sui vantaggi ed i rischi connessi alla progressiva autonomizzazione di tali sfere di sapere, sia in termini di democrazia sia in termini di gestione della conoscenza. L’espansione del ruolo dei sistemi esperti nella società della conoscenza, sostenuto e reso possibile anche dalle nuove tecnologie di telecomunicazioni, spinge i sociologi a riformulare il modo tradizionale di interrogarsi sulla società, sulla tecnologia e sulle pratiche conoscitive. Per dirla con le parole di Karin Knorr Cetina (1997: 8): in una società della conoscenza post-sociale, le definizioni mutuamente esclusive di processi conoscitivi e di processi sociali non sono più teoricamente adeguate: abbiamo bisogno di tracciare le modalità con le quali la conoscenza è diventata costitutiva delle relazioni sociali. Il nostro interesse per la pratica medica e per come questa sta cambiando, anche grazie alle nuove tecnologie, nella società della conoscenza è scaturito da questo milieu culturale, nonché dall’esperienza di ricerca in tema di apprendimento organizzativo, di sviluppo della conoscenza nei luoghi di lavoro e comprensione estetica dell’organizzazione. Tanti possono essere i motivi perché i sociologi siano attratti dalla pratica medica e la rassegna bibliografica mette bene in luce come ci si possa avvicinare al tema della telemedicina con una pluralità di tipi di domande e angolature di studio. Personalmente nella pratica medica, mediata dalle nuove sono affascinata da quanto mi appare un intrinseco paradosso. Dallo studio dei libri di Michel Polanyi, filosofo per professione, ma medico radiologo per formazione, ho conservato il ricordo dei tanti esempi tratti dal campo medico che egli usa per parlare della conoscenza tacita e mi è rimasta l’idea romantica della medicina come idealtipo del sapere pratico e dei processi del conoscere in pratica (Polanyi, 1967). A questa immagine si contrappone l’idea della mediazione tecnologica che interviene a ridisegnare la pratica tradizionale. Tante professioni vengono oggi profondamente modificate dal modo in cui incorporano o si oppongono alle nuove tecnologie e lo studiare la pratica medica tecnologicamente mediata ci può insegnare molte cose su come cambiano i saperi pratici, come si formano gli oggetti epistemici e su come vengono istituzionalizzati in nuova conoscenza anche in altri sistemi esperti. Il motivo per produrre una bibliografia ragionata sugli studi di telemedicina risiede nel bisogno di mappare un campo di studio entro il quale definire il proprio approccio metodologico. Pertanto la bibliografia si apre con la definizione convenzionale, ma non per questo poco dibattuta e negoziata, di telemedicina come “uso di comunicazioni elettroniche e tecnologie dell’informazione per fornire e supportare la cura clinica a distanza”. Procede poi ad argomentare a favore di un approccio sociologico che, all’interno della telemedicina, si focalizzi sulla relazione tra pratiche cliniche, sapere medico e nuove tecnologie di telecomunicazione e definisca la telemedicina come un processo tecnologico basato sulla negoziazione pratica del suo utilizzo. Da queste premesse consegue un disegno di ricerca che ci vede impegnati nella conduzione di una pluralità di studi di caso e nella collaborazione con diverse istituzioni. La collaborazione con tante persone ed istituzioni che generalmente ci hanno consentito l’accesso ed hanno interagito con noi con disponibilità e curiosità è stata una motivazione ulteriore a scrivere questo quaderno che rappresenta un work-in-progress ed una modalità concreta per contraccambiare quanto riceviamo. Un debito intellettuale rimarrà sempre aperto con Aaron Cicourel che è stato visiting professor presso la nostra Facoltà nell’Anno Accademico 2001-2002 e che ci ha portato tutta la sua esperienza di sociologo che ha studiato i medici per gran parte della sua lunga carriera accademica e ci ha trasmesso il gusto e la finezza del sapere del conosseur di “ecologie mediche locali”.File | Dimensione | Formato | |
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