Ferrero lasciò l’Italia nell’ottobre 1930 e non vi fece più ritorno. Da anni si sentiva in gabbia: “Non posso dunque uscire d’Italia; in Italia non posso né viaggiare né stare a casa mia senza avere la polizia alle mie calcagna“. In Svizzera gli fu offerta una cattedra in Storia contemporanea all’Università di Ginevra e, nella medesima città, un insegnamento di Storia militare all’Institut universitaire des hautes études internationales. In Italia, invece, l’accesso all’accademia gli era stato negato già prima dell’avvento al potere di Mussolini, nonostante la fama internazionale acquisita come studioso della Roma antica. L’abitazione dei coniugi Ferrero-Lombroso, a Firenze prima e a Ginevra poi, divenne un punto di ritrovo dell’intellettualità europea e dell’antifascismo. Nove anni dopo l’espatrio Ferrero affermò di aver trovato in Svizzera “un ambiente così comprensivo e deferente che se non fossi stato colpito dalla più terribile delle sventure” (la morte del figlio Leo negli Stati Uniti), “gli anni dell’esilio sarebbero stati i più felici della mia vita”.
Ferrero left Italy in October 1930 never to return. For years he had felt caged in: “So I can’t leave Italy; in Italy I can’t either travel or stay at home without having the police at my heels”. In Switzerland he was offered a chair in Modern history at the University of Geneva and in the same town a teaching assignment at the Institut universitaire des hautes études internationales. Italy had barred him access to an academic career even before Mussolini came to power, despite his international renown as an ancient Romanist. The Ferrero-Lombroso household, first in Florence and then in Geneva, became a meeting place for European and antifascist intellectuals. Nine years after expatriation Ferrero claimed he had found Switzerland “such an understanding and deferential environment that, had I not suffered the most terrible of misfortunes” (the death of his son Leo in the United States), “the years of exile would have been the happiest of my life”.
Guglielmo Ferrero / D'Ottavio, Gabriele. - ELETTRONICO. - (2023), pp. 1-24. [10.36253/978-88-5518-648-3]
Guglielmo Ferrero
D'Ottavio, Gabriele
2023-01-01
Abstract
Ferrero lasciò l’Italia nell’ottobre 1930 e non vi fece più ritorno. Da anni si sentiva in gabbia: “Non posso dunque uscire d’Italia; in Italia non posso né viaggiare né stare a casa mia senza avere la polizia alle mie calcagna“. In Svizzera gli fu offerta una cattedra in Storia contemporanea all’Università di Ginevra e, nella medesima città, un insegnamento di Storia militare all’Institut universitaire des hautes études internationales. In Italia, invece, l’accesso all’accademia gli era stato negato già prima dell’avvento al potere di Mussolini, nonostante la fama internazionale acquisita come studioso della Roma antica. L’abitazione dei coniugi Ferrero-Lombroso, a Firenze prima e a Ginevra poi, divenne un punto di ritrovo dell’intellettualità europea e dell’antifascismo. Nove anni dopo l’espatrio Ferrero affermò di aver trovato in Svizzera “un ambiente così comprensivo e deferente che se non fossi stato colpito dalla più terribile delle sventure” (la morte del figlio Leo negli Stati Uniti), “gli anni dell’esilio sarebbero stati i più felici della mia vita”.File | Dimensione | Formato | |
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