Le visioni utopiche non sono estranee all’orizzonte del pensiero ebraico. Certo, se si considera l’utopia come la rappresentazione di una realtà extra-spaziale ed extra-temporale, non sembrano esistere schemi utopici propriamente ebraici. Tuttavia, se si interpreta l’utopia come impulso verso una sorta di società ideale, questa ha naturalmente una sua controparte ebraica nel concetto di messianismo. A partire dall’epoca dei profeti, come Isaia e Michea, che videro, capovolgendo il mondo così com’era, un anti-mondo dove non sarebbe più esistita la guerra e le armi sarebbero state trasformate in strumenti agricoli, fino al ritorno a Sion o alla redenzione collettiva di cui ci ha parlato Scholem, l’utopia è stata declinata in molti modi e con molti nomi nella tradizione ebraica, in un crocevia di interpretazioni, epifanie narrative e progetti politici che mostrano, e continuano a mostrarci, il vulnerabile confine che separa il ‘mondo ideale’ dal ‘mondo al contrario’: un confine che abitiamo quotidianamente, in cerca di quelle parole e quegli ideali che ci permettano di cercare e immaginare un mondo nuovo.
Utopie e messianismi nel pensiero ebraico / D’Amico, Davide; Giuliani, Massimo; Vanini, Paolo. - 30:(2023). [10.15168/11572_385329]
Utopie e messianismi nel pensiero ebraico
Giuliani, MassimoSecondo
;Vanini, PaoloUltimo
2023-01-01
Abstract
Le visioni utopiche non sono estranee all’orizzonte del pensiero ebraico. Certo, se si considera l’utopia come la rappresentazione di una realtà extra-spaziale ed extra-temporale, non sembrano esistere schemi utopici propriamente ebraici. Tuttavia, se si interpreta l’utopia come impulso verso una sorta di società ideale, questa ha naturalmente una sua controparte ebraica nel concetto di messianismo. A partire dall’epoca dei profeti, come Isaia e Michea, che videro, capovolgendo il mondo così com’era, un anti-mondo dove non sarebbe più esistita la guerra e le armi sarebbero state trasformate in strumenti agricoli, fino al ritorno a Sion o alla redenzione collettiva di cui ci ha parlato Scholem, l’utopia è stata declinata in molti modi e con molti nomi nella tradizione ebraica, in un crocevia di interpretazioni, epifanie narrative e progetti politici che mostrano, e continuano a mostrarci, il vulnerabile confine che separa il ‘mondo ideale’ dal ‘mondo al contrario’: un confine che abitiamo quotidianamente, in cerca di quelle parole e quegli ideali che ci permettano di cercare e immaginare un mondo nuovo.File | Dimensione | Formato | |
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