Una fortunata ‘trouvaille’ ha permesso di rinvenire nel manoscritto 222 della Biblioteca Universitaria di Padova un inedito e sinora praticamente sconosciuto volgarizzamento del ‘Bellum Catilinae’ di Sallustio, realizzato da un anonimo veneziano verosimilmente non molto tempo prima del 1432, anno in cui il codice fu copiato nella città albanese di Scutari, all’epoca posta sotto il controllo politico-militare di Venezia. In questo volume si pubblica il testo di tale volgarizzamento, corredato dalla descrizione del manoscritto, da un’analisi delle caratteristiche lessicali e sintattiche più significative della traduzione dal latino al volgare e da un ampio commento della sua polimorfia linguistica, tipica del coevo veneziano ‘illustre’, aperto ad accogliere tratti più generalmente veneti e soprattutto toscani. Lo studio introduttivo inquadra e valorizza l’opera ‒ un esercizio di scuola, secondo il classico adagio della storia maestra di vita, inteso in particolare nel senso della vita politica ‒ nel contesto storico, ideale e socio-culturale della ‘sapienza civile’ dell’Umanesimo veneziano e della componente romana del mito di Venezia, anche in rapporto alla sua proiezione ‘de là da mar’.
Un volgarizzamento sallustiano ritrovato: il Catilina del ms. 222 della Biblioteca Universitaria di Padova copiato nella Scutari veneziana / Morlino, Luca. - 194:(2023), pp. 1-247. [10.15168/11572_385129]
Un volgarizzamento sallustiano ritrovato: il Catilina del ms. 222 della Biblioteca Universitaria di Padova copiato nella Scutari veneziana
Morlino, Luca
2023-01-01
Abstract
Una fortunata ‘trouvaille’ ha permesso di rinvenire nel manoscritto 222 della Biblioteca Universitaria di Padova un inedito e sinora praticamente sconosciuto volgarizzamento del ‘Bellum Catilinae’ di Sallustio, realizzato da un anonimo veneziano verosimilmente non molto tempo prima del 1432, anno in cui il codice fu copiato nella città albanese di Scutari, all’epoca posta sotto il controllo politico-militare di Venezia. In questo volume si pubblica il testo di tale volgarizzamento, corredato dalla descrizione del manoscritto, da un’analisi delle caratteristiche lessicali e sintattiche più significative della traduzione dal latino al volgare e da un ampio commento della sua polimorfia linguistica, tipica del coevo veneziano ‘illustre’, aperto ad accogliere tratti più generalmente veneti e soprattutto toscani. Lo studio introduttivo inquadra e valorizza l’opera ‒ un esercizio di scuola, secondo il classico adagio della storia maestra di vita, inteso in particolare nel senso della vita politica ‒ nel contesto storico, ideale e socio-culturale della ‘sapienza civile’ dell’Umanesimo veneziano e della componente romana del mito di Venezia, anche in rapporto alla sua proiezione ‘de là da mar’.File | Dimensione | Formato | |
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