La lingua mòchena, variante del bavarese medievale, è parlata nella Valle del Fèrsina del Trentino ed è presente come lingua di studio e apprendimento sia nella scuola dell’infanzia sia nella scuola primaria, entrambe con sede in valle nel paese di Fierozzo. La presenza della lingua locale nel curriculum scolastico arricchisce l’offerta linguistica e rappresenta un’ottima base per garantire la vitalità della variante diatopica e diacronica. La scuola elementare, in particolare, si presenta come un polo plurilingue, dal momento che i bambini vengono esposti a più lingue (italiano, mòcheno, tedesco, inglese) utilizzate non solo come soggetto di apprendimento, ma anche come strumento di comunicazione per discipline non linguistiche. Questo modello plurilingue impone due riflessioni: a) come e in che misura l’apprendimento/insegnamento di una lingua ancestrale (Gilardino) si distingue da quello di una lingua veicolare? b) qual è l’impatto della lingua locale sull’apprendimento/insegnamento delle lingue prima e straniere? Se è vero che ogni lingua condivide con le altre molte proprietà, è anche vero che le lingue ancestrali si distinguono non solo per la loro specificità, ma anche per il fatto che il loro uso prevalente esula da fini strumentali e ha piuttosto come scopo la testimonianza della stessa esistenza della comunità cui appartengono. Per entrambe le domande è rilevante attribuire al plurilinguismo comprensivo di una lingua locale una valenza “ecologica”, che si ancori fortemente al territorio, ma allo stesso tempo costituisca un ponte verso l’apprendimento di altre lingue, specie se tipologicamente affini, ma non solo (Ringbom 1987). Nella presentazione illustrerò dapprima il progetto plurilingue mòcheno, i principi metodologici che lo hanno ispirato e la struttura scientifica su cui si basa; in seguito presenterò i risultati di alcuni studi sulle competenze in lingue straniere (inglese e tedesco) dei bambini che hanno frequentato il polo plurilingue mòcheno (Ricci Garotti 2011, 2012), messi a confronto con ricerche analoghe svolte in altri ambiti di minoranza, ad esempio quella basca (Cenoz 2003); infine traccerò alcune linee possibili di futuri studi e ricerche per implementare il plurilinguismo non solo nelle lingue nazionali e internazionali, ma anche nelle varianti locali.

An ecology of multilingualism in schools: the Mòcheno language project in Trentino / Ricci Garotti, F.. - STAMPA. - (2023), pp. 43-55.

An ecology of multilingualism in schools: the Mòcheno language project in Trentino

F. Ricci Garotti
2023-01-01

Abstract

La lingua mòchena, variante del bavarese medievale, è parlata nella Valle del Fèrsina del Trentino ed è presente come lingua di studio e apprendimento sia nella scuola dell’infanzia sia nella scuola primaria, entrambe con sede in valle nel paese di Fierozzo. La presenza della lingua locale nel curriculum scolastico arricchisce l’offerta linguistica e rappresenta un’ottima base per garantire la vitalità della variante diatopica e diacronica. La scuola elementare, in particolare, si presenta come un polo plurilingue, dal momento che i bambini vengono esposti a più lingue (italiano, mòcheno, tedesco, inglese) utilizzate non solo come soggetto di apprendimento, ma anche come strumento di comunicazione per discipline non linguistiche. Questo modello plurilingue impone due riflessioni: a) come e in che misura l’apprendimento/insegnamento di una lingua ancestrale (Gilardino) si distingue da quello di una lingua veicolare? b) qual è l’impatto della lingua locale sull’apprendimento/insegnamento delle lingue prima e straniere? Se è vero che ogni lingua condivide con le altre molte proprietà, è anche vero che le lingue ancestrali si distinguono non solo per la loro specificità, ma anche per il fatto che il loro uso prevalente esula da fini strumentali e ha piuttosto come scopo la testimonianza della stessa esistenza della comunità cui appartengono. Per entrambe le domande è rilevante attribuire al plurilinguismo comprensivo di una lingua locale una valenza “ecologica”, che si ancori fortemente al territorio, ma allo stesso tempo costituisca un ponte verso l’apprendimento di altre lingue, specie se tipologicamente affini, ma non solo (Ringbom 1987). Nella presentazione illustrerò dapprima il progetto plurilingue mòcheno, i principi metodologici che lo hanno ispirato e la struttura scientifica su cui si basa; in seguito presenterò i risultati di alcuni studi sulle competenze in lingue straniere (inglese e tedesco) dei bambini che hanno frequentato il polo plurilingue mòcheno (Ricci Garotti 2011, 2012), messi a confronto con ricerche analoghe svolte in altri ambiti di minoranza, ad esempio quella basca (Cenoz 2003); infine traccerò alcune linee possibili di futuri studi e ricerche per implementare il plurilinguismo non solo nelle lingue nazionali e internazionali, ma anche nelle varianti locali.
2023
Proceeding of the Third International Colloquium on Plurilingualism
Udine
FORUM
978-88-3283-386-7
Ricci Garotti, F.
An ecology of multilingualism in schools: the Mòcheno language project in Trentino / Ricci Garotti, F.. - STAMPA. - (2023), pp. 43-55.
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