Secondo Eursotat , nel 2019 l’Alto Adige si è collocato in 17° posizione tra le 245 regioni facenti parte dell’Unione Europea nella classifica del PIL pro capite. Un dato lusinghiero, e per alcuni versi sorprendente, se si considera che negli anni immediatamente successivi al secondo conflitto mondiale la struttura dell’economia sudtirolese appariva decisamente debole, anche in rapporto alla maggior parte delle provincie italiane. Nei decenni successivi tuttavia vi è stato un deciso catching-up, alimentato da fattori endogeni ed esogeni. Tra i primi vanno considerati senz’altro gli effetti positivi di uno speciale regime di autonomia, che ha assegnato all’amministrazione regionale prima e provinciale poi competenze importanti in molti ambiti e significative risorse finanziarie, che sono state utilizzate in modo generalmente efficiente. Tra i fattori esogeni va ricordato invece l’effetto positivo sull’economia sudtirolese della crescita del reddito in Germania e in Italia settentrionale, che ha avuto riflessi importanti sulla domanda di beni e servizi locali, come le produzioni agricole di qualità e il turismo. Oltre allo sviluppo di questi comparti per alcuni versi tradizionali, occorre anche ricordare come un certo numero di imprese manifatturiere sia oggi capace di competere in modo efficace sui mercati internazionali, o è inserito nelle global- value-chains. Ci sono tuttavia degli elementi di debolezza che è necessario tenere in considerazione per garantire il mantenimento del benessere raggiunto. In particolare, il Regional innovation system è meno sviluppato di quanto potrebbe, anche a causa di ritardi accumulati nei decenni passati. Su questo fronte è necessario portare avanti interventi significativi.
Il benessere è per sempre? Traguardi e sfide dell’economia dell’Alto Adige/Südtirol tra XX e XXI secolo / Bonoldi, Andrea. - STAMPA. - (2022), pp. 136-144.
Il benessere è per sempre? Traguardi e sfide dell’economia dell’Alto Adige/Südtirol tra XX e XXI secolo
Bonoldi, Andrea
2022-01-01
Abstract
Secondo Eursotat , nel 2019 l’Alto Adige si è collocato in 17° posizione tra le 245 regioni facenti parte dell’Unione Europea nella classifica del PIL pro capite. Un dato lusinghiero, e per alcuni versi sorprendente, se si considera che negli anni immediatamente successivi al secondo conflitto mondiale la struttura dell’economia sudtirolese appariva decisamente debole, anche in rapporto alla maggior parte delle provincie italiane. Nei decenni successivi tuttavia vi è stato un deciso catching-up, alimentato da fattori endogeni ed esogeni. Tra i primi vanno considerati senz’altro gli effetti positivi di uno speciale regime di autonomia, che ha assegnato all’amministrazione regionale prima e provinciale poi competenze importanti in molti ambiti e significative risorse finanziarie, che sono state utilizzate in modo generalmente efficiente. Tra i fattori esogeni va ricordato invece l’effetto positivo sull’economia sudtirolese della crescita del reddito in Germania e in Italia settentrionale, che ha avuto riflessi importanti sulla domanda di beni e servizi locali, come le produzioni agricole di qualità e il turismo. Oltre allo sviluppo di questi comparti per alcuni versi tradizionali, occorre anche ricordare come un certo numero di imprese manifatturiere sia oggi capace di competere in modo efficace sui mercati internazionali, o è inserito nelle global- value-chains. Ci sono tuttavia degli elementi di debolezza che è necessario tenere in considerazione per garantire il mantenimento del benessere raggiunto. In particolare, il Regional innovation system è meno sviluppato di quanto potrebbe, anche a causa di ritardi accumulati nei decenni passati. Su questo fronte è necessario portare avanti interventi significativi.File | Dimensione | Formato | |
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