Alla luce della riforma del diritto delle società di capitali introdotta dal d.lgs. 17 gennaio 2003, n. 6, l’Autrice prende in esame i profili processuali più rilevanti e problematici del nuovo sistema di impugnative delle delibere del consiglio di amministrazione della s.p.a., previsto dal nuovo art. 2388 c.c. In particolare, l’attenzione del suo studio monografico si concentra su natura, oggetto e legittimazione ad agire delle neo azioni di impugnativa delle delibere consiliari. Nella breviloquenza, infatti, del dato positivo aperte rimangono le questioni sulla natura della tutela giurisdizionale offerta dalle azioni ex art. 2388, co. 4 c.c., sui limiti oggettivi e soggettivi dell’oggetto e del giudicato di tali azioni, nonché sul tipo di legittimazione (attiva) ad agire, soprattutto ove riconosciuta ai soci in caso di delibera lesiva di loro diritti. Nel tentativo di dare compiuta e fondata risposta ai quesiti descritti, l’Autrice imposta l’indagine in chiave tanto storica che comparata. Sotto il primo profilo, si esaminano così i predecessori del vigente c.c., partendo dai codici di commercio ottocenteschi per arrivare al c.c. del ’42, nella convinzione che soltanto verifica e comprensione di quanto ha preceduto l’attuale disciplina delle delibere consiliari possa rappresentare punto di partenza appropriato per l’esame del dato positivo vigente (Capitolo I). Sotto il secondo profilo, quello comparato, si volge l’attenzione a due sistemi euro-continentali di lingua tedesca (Austria e Germania): questi sistemi, infatti, presentano una disciplina della s.p.a. non troppo dissimile da quella italiana e pertanto sono in grado di offrire spunti di confronto con le soluzioni adottate da quest’ultima (Capitolo II). Oltre al dato storico e comparato, l’Autrice pone peraltro a premessa e base dell’analisi dell’attuale sistema di impugnative delle delibere consiliari anche un esame diacronico della disciplina che, nei codici italiani di commercio prima e civile poi (Capitolo I) e nelle leggi tedesca e austriaca sulla s.p.a. (Capitolo II), è stata dedicata alle azioni di impugnativa delle delibere dell’assemblea dei soci: questa, infatti, è stata da sempre vista quale termine di confronto per l’esame dei (possibili) rimedi giurisdizionali contro le condotte (deliberative e non) illegittime del c.d.a. Il dato storico, comparato ed emergente dal raffronto con la disciplina delle azioni contro le delibere assembleari porta quindi l’Autrice a constatare e valorizzare le peculiarità dell’organo amministrativo di s.p.a., in ragione del ruolo da questo rivestito nelle dinamiche tanto endo- che extrasocietarie. In quanto organo sociale destinato alla gestione e alla rappresentanza della s.p.a., esso da un lato, esige libertà di azione, dall’altro, vede sempre la sua attività verso l’esterno ‘coperta’ dal potere rappresentativo a lui riconosciuto, a salvaguardia dell’affidamento dei terzi che con gli amministratori, e quindi con la società, entrino in contatto. Di qui, la tesi dell’Autrice favorevole ad una lettura delle neo impugnative delle delibere consiliari che tenga conto di queste peculiarità dell’organo amministrativo, sino a connotarne in modo singolare (i.e. attento alle caratteristiche del contesto societario) natura, oggetto e legittimazione ad agire delle azioni oggi previste dal menzionato art. 2388, co.4 c.c. A conclusione del lavoro monografico, l’Autrice offre quindi possibili risposte ai quesiti sollevati da tale disposizione, indicando talune vie interpretative del suo breviloquente dato letterale, evidenziandone le criticità e proponendo un loro superamento mediante alcuni suggerimenti de jure condendo (Capitolo III).
Le impugnazioni delle delibere del c.d.a.: premesse storico-comparatistiche / Dalla Bontà, Silvana. - STAMPA. - 62:(2006). [10.15168/11572_36078]
Le impugnazioni delle delibere del c.d.a.: premesse storico-comparatistiche
Dalla Bontà, Silvana
2006-01-01
Abstract
Alla luce della riforma del diritto delle società di capitali introdotta dal d.lgs. 17 gennaio 2003, n. 6, l’Autrice prende in esame i profili processuali più rilevanti e problematici del nuovo sistema di impugnative delle delibere del consiglio di amministrazione della s.p.a., previsto dal nuovo art. 2388 c.c. In particolare, l’attenzione del suo studio monografico si concentra su natura, oggetto e legittimazione ad agire delle neo azioni di impugnativa delle delibere consiliari. Nella breviloquenza, infatti, del dato positivo aperte rimangono le questioni sulla natura della tutela giurisdizionale offerta dalle azioni ex art. 2388, co. 4 c.c., sui limiti oggettivi e soggettivi dell’oggetto e del giudicato di tali azioni, nonché sul tipo di legittimazione (attiva) ad agire, soprattutto ove riconosciuta ai soci in caso di delibera lesiva di loro diritti. Nel tentativo di dare compiuta e fondata risposta ai quesiti descritti, l’Autrice imposta l’indagine in chiave tanto storica che comparata. Sotto il primo profilo, si esaminano così i predecessori del vigente c.c., partendo dai codici di commercio ottocenteschi per arrivare al c.c. del ’42, nella convinzione che soltanto verifica e comprensione di quanto ha preceduto l’attuale disciplina delle delibere consiliari possa rappresentare punto di partenza appropriato per l’esame del dato positivo vigente (Capitolo I). Sotto il secondo profilo, quello comparato, si volge l’attenzione a due sistemi euro-continentali di lingua tedesca (Austria e Germania): questi sistemi, infatti, presentano una disciplina della s.p.a. non troppo dissimile da quella italiana e pertanto sono in grado di offrire spunti di confronto con le soluzioni adottate da quest’ultima (Capitolo II). Oltre al dato storico e comparato, l’Autrice pone peraltro a premessa e base dell’analisi dell’attuale sistema di impugnative delle delibere consiliari anche un esame diacronico della disciplina che, nei codici italiani di commercio prima e civile poi (Capitolo I) e nelle leggi tedesca e austriaca sulla s.p.a. (Capitolo II), è stata dedicata alle azioni di impugnativa delle delibere dell’assemblea dei soci: questa, infatti, è stata da sempre vista quale termine di confronto per l’esame dei (possibili) rimedi giurisdizionali contro le condotte (deliberative e non) illegittime del c.d.a. Il dato storico, comparato ed emergente dal raffronto con la disciplina delle azioni contro le delibere assembleari porta quindi l’Autrice a constatare e valorizzare le peculiarità dell’organo amministrativo di s.p.a., in ragione del ruolo da questo rivestito nelle dinamiche tanto endo- che extrasocietarie. In quanto organo sociale destinato alla gestione e alla rappresentanza della s.p.a., esso da un lato, esige libertà di azione, dall’altro, vede sempre la sua attività verso l’esterno ‘coperta’ dal potere rappresentativo a lui riconosciuto, a salvaguardia dell’affidamento dei terzi che con gli amministratori, e quindi con la società, entrino in contatto. Di qui, la tesi dell’Autrice favorevole ad una lettura delle neo impugnative delle delibere consiliari che tenga conto di queste peculiarità dell’organo amministrativo, sino a connotarne in modo singolare (i.e. attento alle caratteristiche del contesto societario) natura, oggetto e legittimazione ad agire delle azioni oggi previste dal menzionato art. 2388, co.4 c.c. A conclusione del lavoro monografico, l’Autrice offre quindi possibili risposte ai quesiti sollevati da tale disposizione, indicando talune vie interpretative del suo breviloquente dato letterale, evidenziandone le criticità e proponendo un loro superamento mediante alcuni suggerimenti de jure condendo (Capitolo III).File | Dimensione | Formato | |
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