Nella formazione post lauream del giurista l’attenzione deve essere unicamente rivolta all’apprendimento delle abilità perché bisogna dare per scontato che il sapere (giuridico) dichiarativo sia già posseduto. Se qualche laureato mostra vistose lacune dovrà colmarle in altro modo perchè non si possono snaturare le finalità della formazione post lauream unicamente per porre rimedi a possibili guasti della formazione universitaria. Le Scuole devono basarsi su modelli formativi del tutto diversi da quelli accademici. Non discipline (diritto civile, diritto penale, etc.) e lezioni frontali ma abilità (problem solving, strategie difensive, redazione di contratti, esame dei testimoni, etc.) e simulazioni o esperienze concrete. Occorre avviare una riflessione sulle modalità didattiche più utili all’apprendimento delle abilità. Si è detto nell’introduzione che difficilmente le abilità si apprendono attraverso il linguaggio. Servono piuttosto meccanismi quali l’osservazione, l’imitazione, l’esperienza. La lezione frontale tradizionale non può esaurire lo spettro degli approcci didattici. Accanto ad essa devono trovare posto esperienze che ricreino gli ambienti atti a favorire l’acquisizione delle abilità. Le riflessioni svolte oggi sono solo un punto di partenza. Occorre pensare ad ausili didattici che rendano più efficace tanto l’apprendimento del sapere quanto l’apprendimento delle abilità. I manuali sono strumenti sicuri cui affidare l’acquisizione del sapere. Sono anche l’unico strumento? In ogni caso i manuali non assicurano l’apprendimento del ‘saper fare’. Questo obiettivo può essere assicurato da strumenti didattici innovativi che ad esempio puntino sulle simulazioni virtuali. Occorre pensare a verifiche dell’apprendimento che testino il possesso non solo del sapere, ma anche delle abilità.

Per una metodologia didattica / Pascuzzi, Giovanni. - ELETTRONICO. - 3,0:(2009), pp. 761-781.

Per una metodologia didattica

Pascuzzi, Giovanni
2009-01-01

Abstract

Nella formazione post lauream del giurista l’attenzione deve essere unicamente rivolta all’apprendimento delle abilità perché bisogna dare per scontato che il sapere (giuridico) dichiarativo sia già posseduto. Se qualche laureato mostra vistose lacune dovrà colmarle in altro modo perchè non si possono snaturare le finalità della formazione post lauream unicamente per porre rimedi a possibili guasti della formazione universitaria. Le Scuole devono basarsi su modelli formativi del tutto diversi da quelli accademici. Non discipline (diritto civile, diritto penale, etc.) e lezioni frontali ma abilità (problem solving, strategie difensive, redazione di contratti, esame dei testimoni, etc.) e simulazioni o esperienze concrete. Occorre avviare una riflessione sulle modalità didattiche più utili all’apprendimento delle abilità. Si è detto nell’introduzione che difficilmente le abilità si apprendono attraverso il linguaggio. Servono piuttosto meccanismi quali l’osservazione, l’imitazione, l’esperienza. La lezione frontale tradizionale non può esaurire lo spettro degli approcci didattici. Accanto ad essa devono trovare posto esperienze che ricreino gli ambienti atti a favorire l’acquisizione delle abilità. Le riflessioni svolte oggi sono solo un punto di partenza. Occorre pensare ad ausili didattici che rendano più efficace tanto l’apprendimento del sapere quanto l’apprendimento delle abilità. I manuali sono strumenti sicuri cui affidare l’acquisizione del sapere. Sono anche l’unico strumento? In ogni caso i manuali non assicurano l’apprendimento del ‘saper fare’. Questo obiettivo può essere assicurato da strumenti didattici innovativi che ad esempio puntino sulle simulazioni virtuali. Occorre pensare a verifiche dell’apprendimento che testino il possesso non solo del sapere, ma anche delle abilità.
2009
Consiglio Nazionale Forense
Cultura e Diritti per una Formazione Giuridica Scuola Superiore dell’Avvocatura Fondazione del Consiglio Nazionale Forense
Roma
Consiglio Nazionale Forense
Pascuzzi, Giovanni
Per una metodologia didattica / Pascuzzi, Giovanni. - ELETTRONICO. - 3,0:(2009), pp. 761-781.
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