L’arte da sempre attrae i criminali. Non perché i criminali ne subiscano il fascino più di altre persone, ma perché dell’arte si può fare mercato. Vi è una domanda ed un’offerta, che, ovviamente, possono essere anche illegali. E oggi più che mai il grande mercato dell’arte muove milioni di dollari e convoglia gli interessi di molti operatori. Il nostro secolo riesce a commercializzare tutto. E dove vanno i soldi, lì va anche la criminalità. Così, in questo settore, sono sempre più frequenti gli intrecci tra gruppi criminali organizzati, ladri professionisti, avventurieri predatori, mercanti, responsabili di gallerie, case d’aste e musei. I predatori dell’arte oggi non si fermano di fronte a niente. Scavano illegalmente antichi manufatti preziosi nelle regioni africane, depredano siti archeologici precolombiani, trafugano paramenti religiosi e arredi sacri dalle chiese dell’Europa orientale, commettono spettacolari furti di dipinti nei musei superprotetti dei paesi ricchi occidentali. Poi questi beni sono trafficati e finiscono nelle case d’asta londinesi o nelle collezioni di privati cittadini pronti a tutto pur di esibire agli amici, magari dopo cena, una terracotta del Ghana, una tela di un famoso fiammingo, una ceramica guatemalteca, un’antica moneta ateniese. Ma ancora più spesso, e sorprendentemente, questi oggetti terminano le loro peregrinazioni nei musei e nelle gallerie di molti stati ricchi del mondo. Questo saggio parte da un’analisi dei reati che coinvolgono opere d’arte, per cercare di astrarre dei denominatori comuni e poi indicare alcune contromisure, enfatizzando il momento di riduzione delle opportunità criminali. Anche per ciò che riguarda la criminalità nel mondo dell’arte, un’importante risposta sta nella prevenzione. Prevenzione significa scoraggiare la domanda e l’offerta illegali di oggetti d’arte attraverso strumenti che siano altro rispetto al diritto penale. Prevenire è difficile, ma possibile. Prima di addentrarsi nell’argomento, è opportuno operare un chiarimento terminologico. In questo saggio, il termine “opere d’arte” è usato in un’accezione assai generale rispetto al significato che il sentire comune gli attribuisce. Infatti, mentre generalmente, parlando di opere d’arte, ci si riferisce a dipinti, sculture o icone, in questo contesto, nella locuzione verranno anche compresi i reperti archeologici, i manufatti liturgici, i pezzi di antiquariato, i gioielli antichi, che forse, più propriamente, dovrebbero essere definiti oggetti d’arte.

Tendenze internazionali del traffico di opere d'arte e politiche di contrasto / Di Nicola, Andrea; Savona, Ernesto U.. - ELETTRONICO. - (1998), pp. 1-15.

Tendenze internazionali del traffico di opere d'arte e politiche di contrasto

Di Nicola, Andrea;Savona, Ernesto U.
1998-01-01

Abstract

L’arte da sempre attrae i criminali. Non perché i criminali ne subiscano il fascino più di altre persone, ma perché dell’arte si può fare mercato. Vi è una domanda ed un’offerta, che, ovviamente, possono essere anche illegali. E oggi più che mai il grande mercato dell’arte muove milioni di dollari e convoglia gli interessi di molti operatori. Il nostro secolo riesce a commercializzare tutto. E dove vanno i soldi, lì va anche la criminalità. Così, in questo settore, sono sempre più frequenti gli intrecci tra gruppi criminali organizzati, ladri professionisti, avventurieri predatori, mercanti, responsabili di gallerie, case d’aste e musei. I predatori dell’arte oggi non si fermano di fronte a niente. Scavano illegalmente antichi manufatti preziosi nelle regioni africane, depredano siti archeologici precolombiani, trafugano paramenti religiosi e arredi sacri dalle chiese dell’Europa orientale, commettono spettacolari furti di dipinti nei musei superprotetti dei paesi ricchi occidentali. Poi questi beni sono trafficati e finiscono nelle case d’asta londinesi o nelle collezioni di privati cittadini pronti a tutto pur di esibire agli amici, magari dopo cena, una terracotta del Ghana, una tela di un famoso fiammingo, una ceramica guatemalteca, un’antica moneta ateniese. Ma ancora più spesso, e sorprendentemente, questi oggetti terminano le loro peregrinazioni nei musei e nelle gallerie di molti stati ricchi del mondo. Questo saggio parte da un’analisi dei reati che coinvolgono opere d’arte, per cercare di astrarre dei denominatori comuni e poi indicare alcune contromisure, enfatizzando il momento di riduzione delle opportunità criminali. Anche per ciò che riguarda la criminalità nel mondo dell’arte, un’importante risposta sta nella prevenzione. Prevenzione significa scoraggiare la domanda e l’offerta illegali di oggetti d’arte attraverso strumenti che siano altro rispetto al diritto penale. Prevenire è difficile, ma possibile. Prima di addentrarsi nell’argomento, è opportuno operare un chiarimento terminologico. In questo saggio, il termine “opere d’arte” è usato in un’accezione assai generale rispetto al significato che il sentire comune gli attribuisce. Infatti, mentre generalmente, parlando di opere d’arte, ci si riferisce a dipinti, sculture o icone, in questo contesto, nella locuzione verranno anche compresi i reperti archeologici, i manufatti liturgici, i pezzi di antiquariato, i gioielli antichi, che forse, più propriamente, dovrebbero essere definiti oggetti d’arte.
1998
Trento, Italia
Università degli Studi di Trento. Facoltà di Giurisprudenza. Transcrime
Tendenze internazionali del traffico di opere d'arte e politiche di contrasto / Di Nicola, Andrea; Savona, Ernesto U.. - ELETTRONICO. - (1998), pp. 1-15.
Di Nicola, Andrea; Savona, Ernesto U.
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