Il tasso di occupazione nei 15 paesi dell'EU negli ultimi due decenni, com'è noto, è molto piu' basso rispetto a quello degli Stati Uniti. Meno noto, forse, è che questa differenza è tutta ascrivibile al tasso di occupazione nei servizi, mentre quello dell'industria (e dell'agricoltura) ci è favorevole. Non solo, ma tra i servizi il tasso di occupazione di quelli finali è rimasto stazionario, mentre soltanto i servizi intermedi hanno mostrato una buona dinamica. Sembrerebbe dunque che buona parte dei servizi non sia stata in grado di interagire con gli altri settori, e in particolare con la manifattura che maggiormente è stata interessata al progresso tecnico, al fine diassorbire occupazione, creare reddito e fornire domanda. La dimensione di questi fatti è stata messa a fuoco solo di recente, ma lo studio delle cause e dei rimedi è ancora in una fase arretrata. Proposito di questo paper è quello di fornire un modello in grado di spiegare, in modo interconnesso, i fenomeni della sotto-terziarizzazione e della disoccupazione. Il modello è a due settori, i quali sono diversi per le tecniche adottate, uno con tecniche migliori dell'altro, mentre la loro dimensione relativa è determinata endogenamente. La presenza di rigidità nei salari permette di ottenere una disoccupazione che è influenzata dalla composizione settoriale. Inoltre, le imprese sono ipotizzate come eterogenee, e questo permette di studiare come la dimensione di ciascun settore sia dovuta al numero delle imprese piuttosto che alla loro dimensione. E' così possibile studiare anche il fenomeno della grande dispersione del settore distributivo italiano. Tra le cause che deprimono il terziario e l'occupazione sono state prese in considerazione anzitutto un insieme di provvedimenti volti a proteggere il mercato dei servizi, e che sono invece risultati distorsivi. In secondo luogo, è stata studiata una possibile interazione fra tasso di occupazione, domanda e offerta di beni e servizi, tale per cui vengono determinate due posizioni di equilibrio, uno basso" ed uno "alto". In tal modo potrebbero essere rappresentati i casi dell'Europa e degli Stati Uniti."
Under terziarisation and unemployment / Pugno, Maurizio. - ELETTRONICO. - (2000), pp. 1-53.
Under terziarisation and unemployment
Pugno, Maurizio
2000-01-01
Abstract
Il tasso di occupazione nei 15 paesi dell'EU negli ultimi due decenni, com'è noto, è molto piu' basso rispetto a quello degli Stati Uniti. Meno noto, forse, è che questa differenza è tutta ascrivibile al tasso di occupazione nei servizi, mentre quello dell'industria (e dell'agricoltura) ci è favorevole. Non solo, ma tra i servizi il tasso di occupazione di quelli finali è rimasto stazionario, mentre soltanto i servizi intermedi hanno mostrato una buona dinamica. Sembrerebbe dunque che buona parte dei servizi non sia stata in grado di interagire con gli altri settori, e in particolare con la manifattura che maggiormente è stata interessata al progresso tecnico, al fine diassorbire occupazione, creare reddito e fornire domanda. La dimensione di questi fatti è stata messa a fuoco solo di recente, ma lo studio delle cause e dei rimedi è ancora in una fase arretrata. Proposito di questo paper è quello di fornire un modello in grado di spiegare, in modo interconnesso, i fenomeni della sotto-terziarizzazione e della disoccupazione. Il modello è a due settori, i quali sono diversi per le tecniche adottate, uno con tecniche migliori dell'altro, mentre la loro dimensione relativa è determinata endogenamente. La presenza di rigidità nei salari permette di ottenere una disoccupazione che è influenzata dalla composizione settoriale. Inoltre, le imprese sono ipotizzate come eterogenee, e questo permette di studiare come la dimensione di ciascun settore sia dovuta al numero delle imprese piuttosto che alla loro dimensione. E' così possibile studiare anche il fenomeno della grande dispersione del settore distributivo italiano. Tra le cause che deprimono il terziario e l'occupazione sono state prese in considerazione anzitutto un insieme di provvedimenti volti a proteggere il mercato dei servizi, e che sono invece risultati distorsivi. In secondo luogo, è stata studiata una possibile interazione fra tasso di occupazione, domanda e offerta di beni e servizi, tale per cui vengono determinate due posizioni di equilibrio, uno basso" ed uno "alto". In tal modo potrebbero essere rappresentati i casi dell'Europa e degli Stati Uniti."File | Dimensione | Formato | |
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