In questo saggio l’Autore mostra come nelle biotecnologie convivano almeno due concezioni antropologiche. La prima considera l’umano come un oggetto e, in genere, persegue l’obiettivo di individuare/preservare le caratteristiche specifiche dell’umano. La seconda concezione, invece, considera l’umano un progetto e si suddivide in due direzioni. La prima, più risalente, è quella statalista che ha creato, agli inizi del Novecento, quei progetti eugenici finalizzati al miglioramento della specie umana. La seconda linea di sviluppo, che possiamo invece definire liberista, si specifica nella soddisfazione di bisogni di modificazione biotecnologica sempre nuovi, ispirati non solo da motivi terapeutici. Numerosi sostenitori di questo approccio si riconoscono nel cd. trans-umanesimo che, teorizzando la diffusione di massa di nuove biotecnologie, auspica una umanità che sceglie di migliorarsi assumendo in proprio i rischi di una evoluzione auto-diretta, e non più sottomessa ai capricci del fato o della natura. Nella parte finale del saggio l’autore presenta le critiche più diffuse e le sfide socratiche più affascinanti che questo pensiero suscita.
This chapter analyzes how at least two anthropological conceptions coexist in biotechnology. The first one considers the human as an object and, in general, pursues the goal of identifying/preserving the specific characteristics of the human. The second conception, on the other hand, considers the human as a project and is divided into two directions. The first one, older, is the statist one that created, at the beginning of the 20th century, those eugenic projects aimed at improving the human species. The second line of development, which we can instead define as liberalist, is specific in the satisfaction of ever new needs for biotechnological modification, inspired not only by therapeutic reasons. Many supporters of this approach recognise themselves in the so-called trans-humanism, which, theorising the mass diffusion of new biotechnologies, hopes for a humanity that chooses to improve itself by assuming the risks of a self-directed evolution, and no longer submitting to the whims of fate or nature. In the final part of the essay, the author presents the most widespread criticisms and the most fascinating Socratic challenges that this thought provokes.
Socrate ed il demiurgo: alcune riflessioni su umano e postumano / Sommaggio, Paolo. - STAMPA. - (2022), pp. 175-193.
Socrate ed il demiurgo: alcune riflessioni su umano e postumano
Sommaggio, Paolo
2022-01-01
Abstract
In questo saggio l’Autore mostra come nelle biotecnologie convivano almeno due concezioni antropologiche. La prima considera l’umano come un oggetto e, in genere, persegue l’obiettivo di individuare/preservare le caratteristiche specifiche dell’umano. La seconda concezione, invece, considera l’umano un progetto e si suddivide in due direzioni. La prima, più risalente, è quella statalista che ha creato, agli inizi del Novecento, quei progetti eugenici finalizzati al miglioramento della specie umana. La seconda linea di sviluppo, che possiamo invece definire liberista, si specifica nella soddisfazione di bisogni di modificazione biotecnologica sempre nuovi, ispirati non solo da motivi terapeutici. Numerosi sostenitori di questo approccio si riconoscono nel cd. trans-umanesimo che, teorizzando la diffusione di massa di nuove biotecnologie, auspica una umanità che sceglie di migliorarsi assumendo in proprio i rischi di una evoluzione auto-diretta, e non più sottomessa ai capricci del fato o della natura. Nella parte finale del saggio l’autore presenta le critiche più diffuse e le sfide socratiche più affascinanti che questo pensiero suscita.File | Dimensione | Formato | |
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