«War is a man's game—[...] the killing machine has a gender, and it is male», scriveva Susan Sontag in Regarding the Pain of Others ». A partire da questo presupposto si è sempre ritenuta prerogativa esclusivamente maschile la rappresentazione artistica e letteraria della guerra stessa. Il ruolo attivo svolto dalle donne mentre gli uomini erano impegnati al fronte è ormai riconosciuto come fondamentale per la tenuta del tessuto sociale all’epoca. Tuttavia, in particolare in ambito italiano, la testimonianza delle scrittrici che hanno vissuto la Grande Guerra (tra le altre, Serao, Negri, Aleramo, Drigo, Vivanti, Guglielminetti) non è mai stata oggetto di studio da parte della critica. Prendendo in esame una serie di opere incentrate sulle vicende belliche, analizzate in un’ottica comparatista anche alla luce della nascente questione femminista italiana, ci si propone una prima parziale messa a fuoco di una vastissima produzione ancora in fase di censimento. «War is a man's game—[...] the killing machine has a gender, and it is male», as Susan Sontag writes in Regarding the Pain of Others. Starting from this premise, the artistic and literary representation of war has always been thought of as man's domain. The role of women while men were fighting on the frontline has been recognised as fundamental for preserving social connections. However, particularly in Italy, women who bore testimony of their experience of the Great War (among others, Serao, Negri, Aleramo, Drigo, Vivanti, and Guglielminetti) have been dismissed by critics. Our aim is to shed light on this vast and still unexplored production by analysing works on war experiences from a comparative point of view and by taking into consideration first-wave feminism in Italy.
Cronache dal fronte domestico: le scrittrici italiane e la Grande Guerra
Gubert, Carla
2013-01-01
Abstract
«War is a man's game—[...] the killing machine has a gender, and it is male», scriveva Susan Sontag in Regarding the Pain of Others ». A partire da questo presupposto si è sempre ritenuta prerogativa esclusivamente maschile la rappresentazione artistica e letteraria della guerra stessa. Il ruolo attivo svolto dalle donne mentre gli uomini erano impegnati al fronte è ormai riconosciuto come fondamentale per la tenuta del tessuto sociale all’epoca. Tuttavia, in particolare in ambito italiano, la testimonianza delle scrittrici che hanno vissuto la Grande Guerra (tra le altre, Serao, Negri, Aleramo, Drigo, Vivanti, Guglielminetti) non è mai stata oggetto di studio da parte della critica. Prendendo in esame una serie di opere incentrate sulle vicende belliche, analizzate in un’ottica comparatista anche alla luce della nascente questione femminista italiana, ci si propone una prima parziale messa a fuoco di una vastissima produzione ancora in fase di censimento. «War is a man's game—[...] the killing machine has a gender, and it is male», as Susan Sontag writes in Regarding the Pain of Others. Starting from this premise, the artistic and literary representation of war has always been thought of as man's domain. The role of women while men were fighting on the frontline has been recognised as fundamental for preserving social connections. However, particularly in Italy, women who bore testimony of their experience of the Great War (among others, Serao, Negri, Aleramo, Drigo, Vivanti, and Guglielminetti) have been dismissed by critics. Our aim is to shed light on this vast and still unexplored production by analysing works on war experiences from a comparative point of view and by taking into consideration first-wave feminism in Italy.File | Dimensione | Formato | |
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