Nel quartiere parigino di Auteuil il 20 luglio 1927 Robert Mallet-Stevens assiste alla solenne inaugurazione, immortalata dalle cineprese delle società Pathé e Gaumont, dell’insieme di abitazioni (compresa la sua) sorte lungo la strada a fondo cieco alla quale, contemporaneamente, viene dato il suo nome. Benché tutte le costruzioni, la cui progettazione ha avuto inizio nel 1925, non siano state ancora ultimate, l’immagine della strada, che doveva essere completata da un ulteriore edificio con funzione abitativa (mai realizzato), situato in posizione d’angolo di fronte alla Maison Mallet-Stevens, e dalla casa del custode (in fondo al cul-de-sac), evidenzia già con chiarezza quali sono i tratti peculiari del modo di concepire l’architettura delineato dal suo autore nel corso degli anni Venti. Il complesso si configura, infatti, come una composizione unitaria di volumi puri (cubi e parallelepipedi), giustapposti e sovrapposti in modo da generare effetti di luce ed ombra sulle superfici continue intonacate che li contraddistinguono. Lo stile ortogonale perfettamente rispondente ai canoni della modernità e il carattere scenografico di questi edifici ne fanno lo sfondo ideale per le scene di alcune pellicole cinematografiche.

Rue Mallet-Stevens, Parigi, di Robert Mallet-Stevens

Volpi, Cristiana
2013-01-01

Abstract

Nel quartiere parigino di Auteuil il 20 luglio 1927 Robert Mallet-Stevens assiste alla solenne inaugurazione, immortalata dalle cineprese delle società Pathé e Gaumont, dell’insieme di abitazioni (compresa la sua) sorte lungo la strada a fondo cieco alla quale, contemporaneamente, viene dato il suo nome. Benché tutte le costruzioni, la cui progettazione ha avuto inizio nel 1925, non siano state ancora ultimate, l’immagine della strada, che doveva essere completata da un ulteriore edificio con funzione abitativa (mai realizzato), situato in posizione d’angolo di fronte alla Maison Mallet-Stevens, e dalla casa del custode (in fondo al cul-de-sac), evidenzia già con chiarezza quali sono i tratti peculiari del modo di concepire l’architettura delineato dal suo autore nel corso degli anni Venti. Il complesso si configura, infatti, come una composizione unitaria di volumi puri (cubi e parallelepipedi), giustapposti e sovrapposti in modo da generare effetti di luce ed ombra sulle superfici continue intonacate che li contraddistinguono. Lo stile ortogonale perfettamente rispondente ai canoni della modernità e il carattere scenografico di questi edifici ne fanno lo sfondo ideale per le scene di alcune pellicole cinematografiche.
2013
Architettura del Novecento. Opere, progetti, luoghi, vol. 3 (L-Z)
Torino
Giulio Einaudi Editore spa
9788806182441
Volpi, Cristiana
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