Il Tempietto Longobardo di Cividale del Friuli, parte del Monastero di Santa Maria in Valle, rappresenta un’importante espressione dell’architettura e dell’arte che i Longobardi hanno lasciato in Italia. Il saggio ha come obiettivo il «racconto» di un percorso di conoscenza finalizzato a comunicare la comprensione dell’opera in quanto segno della sua realtà spaziale, storica e temporale. Un racconto che ha un duplice scopo; descrivere la «trasformazione» a partire soprattutto dall’affermarsi di una moderna concezione del restauro; ma anche contribuire alla sua «cura». La lunga tradizione della cultura del restauro ha maturato una visione diacronica dei problemi di conservazione mettendo in evidenza l’importanza a scopo preventivo della «memoria della costruzione» sottolineando la necessità di una conoscenza storica a questo «utile». Si tratta del riferimento alla conoscenza delle complesse dinamiche costruttive che nel tempo hanno materialmente segnato la vita del monumento: un intreccio di azioni antropiche e naturali che hanno lasciato trame di discontinuità nella compagine muraria, nascosto presidi costruttivi, svelato carenze di collegamenti, determinato modifiche sulle condizioni strutturali, innescato situazioni di debolezza. A questo proposito diventa utile documentare l’assetto architettonico e decorativo del Tempietto individuando le principali azioni di apporto, rimozione riferibili ai diversi interventi di restauro che hanno segnato il monumento soprattutto nel XIX e XX secolo, con particolare attenzione agli interventi non visibili, legati alle componenti strutturali, dai cordoli ai diversi presidi e tiranti.
Il tempietto longobardo a Cividale: «raccontare» la trasformazione per la «cura» del monumento / Quendolo, Alessandra; Badan, Nicola. - STAMPA. - (2021), pp. 205-210. [10.48255/J.QISA.2532-4470.N.S.2021.32]
Il tempietto longobardo a Cividale: «raccontare» la trasformazione per la «cura» del monumento
Quendolo, Alessandra;Badan, Nicola
2021-01-01
Abstract
Il Tempietto Longobardo di Cividale del Friuli, parte del Monastero di Santa Maria in Valle, rappresenta un’importante espressione dell’architettura e dell’arte che i Longobardi hanno lasciato in Italia. Il saggio ha come obiettivo il «racconto» di un percorso di conoscenza finalizzato a comunicare la comprensione dell’opera in quanto segno della sua realtà spaziale, storica e temporale. Un racconto che ha un duplice scopo; descrivere la «trasformazione» a partire soprattutto dall’affermarsi di una moderna concezione del restauro; ma anche contribuire alla sua «cura». La lunga tradizione della cultura del restauro ha maturato una visione diacronica dei problemi di conservazione mettendo in evidenza l’importanza a scopo preventivo della «memoria della costruzione» sottolineando la necessità di una conoscenza storica a questo «utile». Si tratta del riferimento alla conoscenza delle complesse dinamiche costruttive che nel tempo hanno materialmente segnato la vita del monumento: un intreccio di azioni antropiche e naturali che hanno lasciato trame di discontinuità nella compagine muraria, nascosto presidi costruttivi, svelato carenze di collegamenti, determinato modifiche sulle condizioni strutturali, innescato situazioni di debolezza. A questo proposito diventa utile documentare l’assetto architettonico e decorativo del Tempietto individuando le principali azioni di apporto, rimozione riferibili ai diversi interventi di restauro che hanno segnato il monumento soprattutto nel XIX e XX secolo, con particolare attenzione agli interventi non visibili, legati alle componenti strutturali, dai cordoli ai diversi presidi e tiranti.File | Dimensione | Formato | |
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