Il contributo ricostruisce la prassi del canto liturgico in Europa tra Quattrocento e Cinquecento e svela come il suono normale del canto gregoriano durante una messa o un Ufficio all’epoca di Carlo V non sia stato quasi mai monodico, tutto a valori uguali e riservato ai soli uomini adulti (secondo la moderna prassi dei gruppi specializzati), ma era un suono misto alle voci dei bambini, con una robusta struttura ritmica e quasi dovunque ‘secundato’, ossia amplificato da una seconda voce che non si trova quasi mai scritta nei libri, perché è eseguita estemporaneamente secondo principi formulari che i cantori imparavano fin da piccoli nelle scuole. Tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento moltissime chiese europee (pievi, chiese parrocchiali, collegiate, cattedrali e chiese legate ai numerosissimi Ordini religiosi) rinnovano i loro libri liturgici e lo fanno sia copiando a mano esemplari precedenti, sia dotandosi dei nuovissimi libri liturgici a stampa. Lo studio, attraverso l'analisi dei libri di canto manoscritti e a stampa e dei trattati teorici, mostra i repertori di canto liturgico e le prassi del gregoriano all’epoca di Carlo V.
Il canto cristiano liturgico al tempo di Carlo V / Gozzi, Marco. - STAMPA. - 20:(2021), pp. 187-213.
Il canto cristiano liturgico al tempo di Carlo V
Gozzi, Marco
2021-01-01
Abstract
Il contributo ricostruisce la prassi del canto liturgico in Europa tra Quattrocento e Cinquecento e svela come il suono normale del canto gregoriano durante una messa o un Ufficio all’epoca di Carlo V non sia stato quasi mai monodico, tutto a valori uguali e riservato ai soli uomini adulti (secondo la moderna prassi dei gruppi specializzati), ma era un suono misto alle voci dei bambini, con una robusta struttura ritmica e quasi dovunque ‘secundato’, ossia amplificato da una seconda voce che non si trova quasi mai scritta nei libri, perché è eseguita estemporaneamente secondo principi formulari che i cantori imparavano fin da piccoli nelle scuole. Tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento moltissime chiese europee (pievi, chiese parrocchiali, collegiate, cattedrali e chiese legate ai numerosissimi Ordini religiosi) rinnovano i loro libri liturgici e lo fanno sia copiando a mano esemplari precedenti, sia dotandosi dei nuovissimi libri liturgici a stampa. Lo studio, attraverso l'analisi dei libri di canto manoscritti e a stampa e dei trattati teorici, mostra i repertori di canto liturgico e le prassi del gregoriano all’epoca di Carlo V.File | Dimensione | Formato | |
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