Uno dei fenomeni più tipici, e insieme più intellettualmente provocanti e dolorosi, del pensiero filosofico-religioso italiano è stato quello dello iato, della scissione, della necessità di conciliazione tra fede religiosa da una parte e modernità intellettuale, morale e civile dall’altra. Il volume si propone di indagare proprio questa coscienza divisa dei filosofi cattolici italiani degli ultimi due secoli. Il suo punto focale è Pietro Prini, filosofo convintamente cattolico e instancabilmente critico, che sentì in modo particolarmente acuto il dramma silenzioso della mancata apertura alla modernità auspicata per la Chiesa dal Concilio Vaticano II. Il libro, tuttavia, comincia più indietro, e prende le mosse da Antonio Rosmini, che visse nelle prime turbolente fasi del Risorgimento e tentò di mostrare come l’unica vera filosofia moderna non potesse essere che cattolica. La trattazione procede giù giù lungo il Novecento, analizzando figure come quelle di Ernesto Buonaiuti e di Gustavo Bontadini. In questo lavoro collettaneo il lettore troverà una visibile pluralità di approcci e di stili, con cui si è cercato di rendere giustizia a un quadro culturale differenziato e straordinariamente ricco. Esso comprende il problema della retta interpretazione della modernità e del posto che, nella modernità, può venir riservato alla trascendenza; il problema del modernismo coi suoi martiri e della neoscolastica coi suoi campioni; il problema della demitizzazione e quello del personalismo e della relazione, fino agli attuali problemi dell’ecologia e dell’antropologia religiosa alla luce delle neuroscienze.
La coscienza divisa. Da Antonio Rosmini a Pietro Prini / Aguti, Andrea; Loffi, Andrea; Minella, Walter; Sandrini, Giorgio. - STAMPA. - 27:(2021), pp. 1-249. [10.15168/11572_326347]
La coscienza divisa. Da Antonio Rosmini a Pietro Prini
Aguti, Andrea;Loffi, Andrea;
2021-01-01
Abstract
Uno dei fenomeni più tipici, e insieme più intellettualmente provocanti e dolorosi, del pensiero filosofico-religioso italiano è stato quello dello iato, della scissione, della necessità di conciliazione tra fede religiosa da una parte e modernità intellettuale, morale e civile dall’altra. Il volume si propone di indagare proprio questa coscienza divisa dei filosofi cattolici italiani degli ultimi due secoli. Il suo punto focale è Pietro Prini, filosofo convintamente cattolico e instancabilmente critico, che sentì in modo particolarmente acuto il dramma silenzioso della mancata apertura alla modernità auspicata per la Chiesa dal Concilio Vaticano II. Il libro, tuttavia, comincia più indietro, e prende le mosse da Antonio Rosmini, che visse nelle prime turbolente fasi del Risorgimento e tentò di mostrare come l’unica vera filosofia moderna non potesse essere che cattolica. La trattazione procede giù giù lungo il Novecento, analizzando figure come quelle di Ernesto Buonaiuti e di Gustavo Bontadini. In questo lavoro collettaneo il lettore troverà una visibile pluralità di approcci e di stili, con cui si è cercato di rendere giustizia a un quadro culturale differenziato e straordinariamente ricco. Esso comprende il problema della retta interpretazione della modernità e del posto che, nella modernità, può venir riservato alla trascendenza; il problema del modernismo coi suoi martiri e della neoscolastica coi suoi campioni; il problema della demitizzazione e quello del personalismo e della relazione, fino agli attuali problemi dell’ecologia e dell’antropologia religiosa alla luce delle neuroscienze.File | Dimensione | Formato | |
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