Spunti per un'interpretazione formale della Messa da requiem di Giuseppe Verdi

La Messa da requiem è l’unica composizione di grandi dimensioni di Verdi che non si avvalga di un testo drammatico dotato di una propria linearità narrativa, in grado quindi di orientare teleologicamente la forma complessiva di un opus a pezzi chiusi. L’assenza di un arco drammatico direzionato ha indotto Verdi a cercare nuove soluzioni, in parte mutuate dalla morfologia operistica da lui stesso condotta a esiti di inedita originalità, in parte ad essa estranee. Oggetto del contributo che si vuole proporre sono soprattutto queste ultime strategie, nelle quali si può intravedere la modernità della concezione formale verdiana dopo Aida e prima del lungo periodo di gestazione di Otello. L’analisi viene condotta tenendo conto delle particolari condizioni della genesi della composizione fino alla sua forma definitiva, ma anche, in prospettiva ‘fenomenologica’, come paradigma di costruzione macro-formale tutt’oggi praticabile.