Alla fine dell’età repubblicana le guerre civili e le proscrizioni condussero molte matrone a oltrepassare i limiti tradizionalmente assegnati al genere femminile: operarono a vari livelli sulla scena pubblica, impegnate in attività da sempre di pertinenza degli uomini, con un coraggio e un valore del tutto paragonabili a quelli maschili. Come reagì la società romana a questi sconfinamenti di genere? Quale l’immagine restituita dalle fonti di queste donne, costrette nei decenni della «Rivoluzione Romana» a supplire all’assenza degli uomini di famiglia e a dispiegare un lato virile? A questi interrogativi il contributo si propone di dare una risposta attraverso l’esame di tre fonti tipologicamente diverse: la corrispondenza di Cicerone, l’elogio funebre noto come Laudatio Turiae e l’aneddotica relativa all’età triumvirale.
At the end of the Republic, civil wars and proscriptions forced many elite women to cross the boundaries traditionally imposed upon their gender: they operated in the public sphere, were engaged in activities typically considered to be in the male domain, and were no less courageous than men. How did Roman society react to this phenomenon? How did ancient sources represent those women, who were compelled to make up for their men’s absence and to display manly virtues in the «Roman Revolution»? In this paper, these issues will be addressed by examining Cicero’s correspondence, the funerary eulogy known as Laudatio Turiae and the exemplum literature of the triumviral period.
'Fortiores ... quam quemquam virum'. Sconfinamenti di genere nella "Rivoluzione romana" / Vettori, Giulia. - ELETTRONICO. - (2021), pp. 67-76.
'Fortiores ... quam quemquam virum'. Sconfinamenti di genere nella "Rivoluzione romana"
Vettori, Giulia
2021-01-01
Abstract
Alla fine dell’età repubblicana le guerre civili e le proscrizioni condussero molte matrone a oltrepassare i limiti tradizionalmente assegnati al genere femminile: operarono a vari livelli sulla scena pubblica, impegnate in attività da sempre di pertinenza degli uomini, con un coraggio e un valore del tutto paragonabili a quelli maschili. Come reagì la società romana a questi sconfinamenti di genere? Quale l’immagine restituita dalle fonti di queste donne, costrette nei decenni della «Rivoluzione Romana» a supplire all’assenza degli uomini di famiglia e a dispiegare un lato virile? A questi interrogativi il contributo si propone di dare una risposta attraverso l’esame di tre fonti tipologicamente diverse: la corrispondenza di Cicerone, l’elogio funebre noto come Laudatio Turiae e l’aneddotica relativa all’età triumvirale.File | Dimensione | Formato | |
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