Gli attentati dell'11 settembre hanno messo all'ordine del giorno il terrore. Ma più giusto sarebbe dire che ce l'hanno rimesso. Perché il terrore costituisce fin dalle sue origini rivoluzionarie il compagno segreto della nostra modernità politica, il calco negativo delle sue speranze e delle sue promesse, l'alterità assoluta attraverso cui si legittima ogni ordine costituito. Una mitologia, più che una pratica, che il pensiero critico deve profanare - non esorcizzare, come fanno i media e la politica - rifiutando la sua segregazione in una sfera separata, altra, sacra, e interrogandola invece nei suoi nessi con l'esperienza comune. È ciò che da secoli fa la letteratura di cui si occupa questo volume, da Sade a Don DeLillo, da Schiller ad Artaud, da Manzoni a Zola, da Dickens a Ballard, da Dostoevskij a Pamuk, da Conrad a Rushdie, da Turgenev a EIlroy, da Gidea Updike e a molti altri ancora: non per spiegare cosa sia o come funzioni il terrorismo, ma per mostrare quanto nel terrorismo siano in gioco l'identità e il destino di tutti. Organizzato per coppie di opposizioni tematiche (impotenza e onnipotenza, solitudine e moltitudine, pietà e terrore, bisogno e rifiuto di comunicazione…), All’ordine del giorno è il terrore si propone di stilare, più un repertorio delle posture ideologiche, la mappa cognitiva, l’enciclopedia affettiva che l’immaginario del terrorismo permette di proiettare sulla nostra esperienza quotidiana.
All'ordine del giorno è il terrore / Giglioli, D. - (2007).
All'ordine del giorno è il terrore
GIGLIOLI D
2007-01-01
Abstract
Gli attentati dell'11 settembre hanno messo all'ordine del giorno il terrore. Ma più giusto sarebbe dire che ce l'hanno rimesso. Perché il terrore costituisce fin dalle sue origini rivoluzionarie il compagno segreto della nostra modernità politica, il calco negativo delle sue speranze e delle sue promesse, l'alterità assoluta attraverso cui si legittima ogni ordine costituito. Una mitologia, più che una pratica, che il pensiero critico deve profanare - non esorcizzare, come fanno i media e la politica - rifiutando la sua segregazione in una sfera separata, altra, sacra, e interrogandola invece nei suoi nessi con l'esperienza comune. È ciò che da secoli fa la letteratura di cui si occupa questo volume, da Sade a Don DeLillo, da Schiller ad Artaud, da Manzoni a Zola, da Dickens a Ballard, da Dostoevskij a Pamuk, da Conrad a Rushdie, da Turgenev a EIlroy, da Gidea Updike e a molti altri ancora: non per spiegare cosa sia o come funzioni il terrorismo, ma per mostrare quanto nel terrorismo siano in gioco l'identità e il destino di tutti. Organizzato per coppie di opposizioni tematiche (impotenza e onnipotenza, solitudine e moltitudine, pietà e terrore, bisogno e rifiuto di comunicazione…), All’ordine del giorno è il terrore si propone di stilare, più un repertorio delle posture ideologiche, la mappa cognitiva, l’enciclopedia affettiva che l’immaginario del terrorismo permette di proiettare sulla nostra esperienza quotidiana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione