Il saggio analizza i rapporti tra i vescovi di Sabiona e Frisinga a partire dalla fondazione del monastero di San Candido nel 769. Nella prima parte mette in rilievo come tale fondazione fosse in primo luogo un atto politico del duca di Baviera Tassilone III, che coinvolse il potente gruppo aristocratico degli Huosi. A essi possono essere ricondotti infatti sia i fondatori del monastero di Scharnitz-Schlehdorf, al quale inizialmente quello di San Candido fu collegato, sia il suo abate Attone, futuro vescovo di Frisinga. Nella seconda parte del saggio si mette in risalto come la caduta di Tassilone III pose termine anche al progetto politico legato all’evangelizzazione degli Slavi che stava alla base della fondazione di San Candido. Presa direttamente la guida di questo monastero, i vescovi di Frisinga, sempre legati al gruppo degli Huosi, nel corso dell’età carolingia concentrarono i loro interessi soprattutto presso Vipiteno e Bolzano, mentre i vescovi di Sabiona rafforzarono la loro posizione in val d’Isarco con l’acquisizione dell’immunità e dell’importante curtis Prihsna. In epoca post-carolingia i vescovi di Sabiona e Frisinga cercarono poi di consolidare le loro proprietà in val Pusteria attraverso scambi mirati. In questo contesto il monastero di San Candido perse la sua centralità; al contempo i vescovi di Sabiona assunsero una posizione preminente in val Pusteria, mentre i vescovi di Frisinga spostarono il baricentro della loro azione in Cadore e in Carinzia.
Il monastero di San Candido e i vescovi di Sabiona e Frisinga in val Pusteria nell'alto Medioevo (secoli VIII-X) / Albertoni, Giuseppe. - STAMPA. - 47:(2019), pp. 167-185. (Intervento presentato al convegno Innichen im Früh- und Hochmittelalter: Historische und Kunsthistorische Aspekte = San Candido dall'alto Medioevo al Duecento: aspetti di storia e storia dell'arte tenutosi a San Candido, Bolzano nel 31 gennaio-2 febbraio 2019).
Il monastero di San Candido e i vescovi di Sabiona e Frisinga in val Pusteria nell'alto Medioevo (secoli VIII-X)
Albertoni, Giuseppe
2019-01-01
Abstract
Il saggio analizza i rapporti tra i vescovi di Sabiona e Frisinga a partire dalla fondazione del monastero di San Candido nel 769. Nella prima parte mette in rilievo come tale fondazione fosse in primo luogo un atto politico del duca di Baviera Tassilone III, che coinvolse il potente gruppo aristocratico degli Huosi. A essi possono essere ricondotti infatti sia i fondatori del monastero di Scharnitz-Schlehdorf, al quale inizialmente quello di San Candido fu collegato, sia il suo abate Attone, futuro vescovo di Frisinga. Nella seconda parte del saggio si mette in risalto come la caduta di Tassilone III pose termine anche al progetto politico legato all’evangelizzazione degli Slavi che stava alla base della fondazione di San Candido. Presa direttamente la guida di questo monastero, i vescovi di Frisinga, sempre legati al gruppo degli Huosi, nel corso dell’età carolingia concentrarono i loro interessi soprattutto presso Vipiteno e Bolzano, mentre i vescovi di Sabiona rafforzarono la loro posizione in val d’Isarco con l’acquisizione dell’immunità e dell’importante curtis Prihsna. In epoca post-carolingia i vescovi di Sabiona e Frisinga cercarono poi di consolidare le loro proprietà in val Pusteria attraverso scambi mirati. In questo contesto il monastero di San Candido perse la sua centralità; al contempo i vescovi di Sabiona assunsero una posizione preminente in val Pusteria, mentre i vescovi di Frisinga spostarono il baricentro della loro azione in Cadore e in Carinzia.File | Dimensione | Formato | |
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