Il volume raccoglie gli atti del Convegno internazionale svoltosi a Trento in data 20 e 21 gennaio 2017 sul tema “Giustizia riparativa: responsabilità, partecipazione, riparazione”. Il titolo offre una sintesi degli elementi che maggiormente qualificano i procedimenti riparativi, definiti dalla Direttiva 2012/29/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, che istituisce norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato, come procedimenti che permettono «alla vittima e all’autore del reato di partecipare attivamente, se vi acconsentono liberamente, alla risoluzione delle questioni risultanti dal reato con l’aiuto di un terzo imparziale» (art. 2 c. 1, lett. a) punto d). Una “partecipazione” vera, che può essere estesa anche alla comunità, presuppone che le parti si confrontino con il concetto di responsabilità per il fatto commesso, che si assumano la responsabilità per i danni arrecati. Questa “responsabilità” deve tuttavia essere intesa in termini corretti, alla luce della centralità che riveste per la giustizia riparativa la nozione di reato come “violazione dei diritti individuali delle vittime”, di rottura di una relazione, di conflitto, più che di violazione della norma penale. L’obiettivo è infine quello della “riparazione”, il cui contenuto viene concretamente a dipendere dalle esigenze di tutti gli attori coinvolti, ma che, ancora una volta, più che esprimere un valore economico, deve esprimere un valore di relazione.
Giustizia riparativa. Responsabilità, partecipazione, riparazione / Fornasari, Gabriele; Mattevi, Elena. - ELETTRONICO. - 40:(2019), pp. 1-268. [10.15168/11572_234755]
Giustizia riparativa. Responsabilità, partecipazione, riparazione
Fornasari, Gabriele;Mattevi, Elena
2019-01-01
Abstract
Il volume raccoglie gli atti del Convegno internazionale svoltosi a Trento in data 20 e 21 gennaio 2017 sul tema “Giustizia riparativa: responsabilità, partecipazione, riparazione”. Il titolo offre una sintesi degli elementi che maggiormente qualificano i procedimenti riparativi, definiti dalla Direttiva 2012/29/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, che istituisce norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato, come procedimenti che permettono «alla vittima e all’autore del reato di partecipare attivamente, se vi acconsentono liberamente, alla risoluzione delle questioni risultanti dal reato con l’aiuto di un terzo imparziale» (art. 2 c. 1, lett. a) punto d). Una “partecipazione” vera, che può essere estesa anche alla comunità, presuppone che le parti si confrontino con il concetto di responsabilità per il fatto commesso, che si assumano la responsabilità per i danni arrecati. Questa “responsabilità” deve tuttavia essere intesa in termini corretti, alla luce della centralità che riveste per la giustizia riparativa la nozione di reato come “violazione dei diritti individuali delle vittime”, di rottura di una relazione, di conflitto, più che di violazione della norma penale. L’obiettivo è infine quello della “riparazione”, il cui contenuto viene concretamente a dipendere dalle esigenze di tutti gli attori coinvolti, ma che, ancora una volta, più che esprimere un valore economico, deve esprimere un valore di relazione.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
COLLANA QUADERNI VOLUME 40.pdf
accesso aperto
Tipologia:
Versione editoriale (Publisher’s layout)
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
1.99 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.99 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione