A partire dalla poesia di Adrienne Rich, "Diving into the Wreck", pubblicata lo stesso anno della traduzione statunitense del saggio di Roland Barthes, "Mythologies", il 1972, il saggio considera la valenza politica del mito particolarmente enfatizzata nella definizione di Rich di poesia migrante alla ricerca di una voce collettiva. La rappresentazione di soggettività relazionali e collettive è anti-mitica e al contempo, paradossalmente, fondamento di un nuovo mito--quello de "la dividua", della subacquea di Rich, la mestiza di Gloria Anzaldùa, e de la cyborg di Donna Haraway ce contradditoriamente come il mitografo, accettano di coniugare poetica e politica. Si tratta di un pensiero radicale e materialista che decentra l'antropos per rendere conto del rapporto tra tecnologia, ambiente e cultura, e Rosi Braidotti indica che si tratta anche del superamento della barriera tra umano e non umano, mentre la scienziata Karen Barad sviluppa una metodologia diffrattiva per comprendere le differenze tra testo e lettrice, portandoci a comprendere la materialità delel pratiche discorsive. Il paragne con Judith Butler è d'obbligo, e conduce alla riflessione su rapporto tra corpo e significato, con implicazioni ecologiste, quali quelle articolate da Haraway con la figurazione del Chthulucene. Il saggio si chiede: quale ruolo possa avere il mito in una cornice che non separa materia e significato e tramite l'analisi del romanzo See ow Then di Jamaica Kincaid e dei racconti Everything is Now e Then as Now di Michelle Cliff argomenta che questo nuovo paradigma epistemico e narrativo è espressione di una rivoluzionaria nonviolenza, come teorizzata da Leela Gandhi.

Immergersi senza "il libro dei miti". Reviioni femministe e post-umanesimo / Covi, Giovanna. - STAMPA. - Labirinti 173:(2018), pp. 193-234.

Immergersi senza "il libro dei miti". Reviioni femministe e post-umanesimo.

covi, giovanna
2018-01-01

Abstract

A partire dalla poesia di Adrienne Rich, "Diving into the Wreck", pubblicata lo stesso anno della traduzione statunitense del saggio di Roland Barthes, "Mythologies", il 1972, il saggio considera la valenza politica del mito particolarmente enfatizzata nella definizione di Rich di poesia migrante alla ricerca di una voce collettiva. La rappresentazione di soggettività relazionali e collettive è anti-mitica e al contempo, paradossalmente, fondamento di un nuovo mito--quello de "la dividua", della subacquea di Rich, la mestiza di Gloria Anzaldùa, e de la cyborg di Donna Haraway ce contradditoriamente come il mitografo, accettano di coniugare poetica e politica. Si tratta di un pensiero radicale e materialista che decentra l'antropos per rendere conto del rapporto tra tecnologia, ambiente e cultura, e Rosi Braidotti indica che si tratta anche del superamento della barriera tra umano e non umano, mentre la scienziata Karen Barad sviluppa una metodologia diffrattiva per comprendere le differenze tra testo e lettrice, portandoci a comprendere la materialità delel pratiche discorsive. Il paragne con Judith Butler è d'obbligo, e conduce alla riflessione su rapporto tra corpo e significato, con implicazioni ecologiste, quali quelle articolate da Haraway con la figurazione del Chthulucene. Il saggio si chiede: quale ruolo possa avere il mito in una cornice che non separa materia e significato e tramite l'analisi del romanzo See ow Then di Jamaica Kincaid e dei racconti Everything is Now e Then as Now di Michelle Cliff argomenta che questo nuovo paradigma epistemico e narrativo è espressione di una rivoluzionaria nonviolenza, come teorizzata da Leela Gandhi.
2018
Mitografie e mitocrazie nell'Europa moderna
Trento
Università degli studi di Trento (I Labirinti)
978-88-8443-794-5
Covi, Giovanna
Immergersi senza "il libro dei miti". Reviioni femministe e post-umanesimo / Covi, Giovanna. - STAMPA. - Labirinti 173:(2018), pp. 193-234.
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