Nel consilium sapientis, prestato dal giurista dotto nel corso di un processo su richiesta del giudice o di una parte, la dottrina svolgeva il proprio ufficio interpretativo non a partire dai Libri legales ma in stretta relazione a controversie maturate nella realtà sociale del tempo e portate di conseguenza in giudizio. Tra le dispute e i conflitti che animavano quella realtà, segnata da un marcato pluralismo giuridico, non poche vertevano sui diritti facenti capo a diverso titolo alle varie collettività. L’esame della letteratura consulente rivela come giuristi di grande fama fossero di frequente chiamati a prestare la loro opera per risolvere un contenzioso sorto tra comunità vicine o per sostenere e difendere i diritti di una comunità nei confronti del signore feudale o del principe o ancora, più semplicemente, fossero interpellati al fine di giungere a un definitivo e autorevole chiarimento dei diritti dei singoli all’interno della collettività medesima. Le raccolte di consilia dei maggiori giuristi operanti tra il XIV e il XVI secolo rappresentano dunque una fonte preziosa, e a tutt’oggi ancora fondamentalmente trascurata, per la storia delle proprietà collettive e dei diritti facenti capo alle diverse universitates che popolavano il panorama giuridico, economico e sociale tra Medioevo e prima età moderna.
Beni e diritti collettivi nella letteratura consulente tra Medioevo e prima Età moderna. Primi spunti per una riflessione / Marchetto, Giuliano. - STAMPA. - (2016), pp. 157-174.
Beni e diritti collettivi nella letteratura consulente tra Medioevo e prima Età moderna. Primi spunti per una riflessione.
Giuliano Marchetto
2016-01-01
Abstract
Nel consilium sapientis, prestato dal giurista dotto nel corso di un processo su richiesta del giudice o di una parte, la dottrina svolgeva il proprio ufficio interpretativo non a partire dai Libri legales ma in stretta relazione a controversie maturate nella realtà sociale del tempo e portate di conseguenza in giudizio. Tra le dispute e i conflitti che animavano quella realtà, segnata da un marcato pluralismo giuridico, non poche vertevano sui diritti facenti capo a diverso titolo alle varie collettività. L’esame della letteratura consulente rivela come giuristi di grande fama fossero di frequente chiamati a prestare la loro opera per risolvere un contenzioso sorto tra comunità vicine o per sostenere e difendere i diritti di una comunità nei confronti del signore feudale o del principe o ancora, più semplicemente, fossero interpellati al fine di giungere a un definitivo e autorevole chiarimento dei diritti dei singoli all’interno della collettività medesima. Le raccolte di consilia dei maggiori giuristi operanti tra il XIV e il XVI secolo rappresentano dunque una fonte preziosa, e a tutt’oggi ancora fondamentalmente trascurata, per la storia delle proprietà collettive e dei diritti facenti capo alle diverse universitates che popolavano il panorama giuridico, economico e sociale tra Medioevo e prima età moderna.File | Dimensione | Formato | |
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